Adoro il rugby ed il Basket. Il calcio nella vita di un Italiano non può mancare, per cui da piccolo ho iniziato a tifare Juventus. Tutta questa premessa, che forse ho fatto più a me stesso, per dichiarare che il neo “top player” che dovrebbe approdare alla Juventus, semplicemente, non lo conosco. Niklas Bendtner, giocatore danese di 194 cm per 84 Kg di peso, ha militato sino ad ora nel campionato inglese. Nell’ultima stagione ha giocato nel Sunderlad, 27 presenze 8 reti. In passato la sua unica squadra è stata l’Arsenal ed il Birmingam. Non ha mai segnato più di 10 – 12 reti all’anno, e forse questo è il motivo per cui non lo conoscevo. Reputo il campionato inglese molto più facile per un attaccante, rispetto a quello italiano. Ho molta fiducia nell’attuale dirigenza Juventina, quindi spero che abbiano preso la pedina che mancava per far esplodere il nostro attacco. Sono molto curioso di vederlo all’opera, ma dubito che saprà fare meglio di Quagliarella e Matri. Da inesperto cronico di calcio, spero di sbagliarmi, ma continuo a ribadire che il nostro top player ce l’avevamo, e non gli abbiamo rinnovato il contratto, si chiama Alessandro Del Piero.
Archivio mensile:agosto 2012
E’ arrivata…
Immagine
Da ragazzino suonavo. Mai stato bravissimo, ma bastava per divertimi e avere l’impressione di andare dietro i mostri del rock. I Beatles, Lucio Battisti, The Eagles, I Depeche Mode, I Rolling Stone erano i miei pezzi preferiti. Poi pian piano ho smesso. Ho smesso di suonare ma non di ascoltare musica, quella musica. Poi un giorno ho scoperto che vicino casa mia c’è un liutaio. Vado a vedere e scopro che sono due ragazzi con tanta voglia, e anche bravi secondo me. Costruiscono chitarre e bassi elettrici. Mi hanno fatto vedere alcuni modelli nella loro bottega. Si bottega, intesa come accezione alta del termine. Uno di quei posti magici dove le cose prendono vita. Quell’artigianato bello, puro che ti fa venir voglia di costruire qualcosa anche a te. Dario e Matteo costruiscono delle splendide chitarre. Partono dalla scelta del legno, per passare alle vernici, alle meccaniche. Sperimentano. E’ bello fermarsi a parlare con loro. Sanno di musica e meriterebbero di avere maggiore successo. Allora ne gli e ne commissiono una. Scelgo il modello, i colori e…oggi sono andato a ritirarla. E’ bellissima, e tenerla in mano da quel senso di calore che solo le cose con un anima ti danno. Quell’anima data dall’amore che chi l’ha costruita gli ha lasciato addosso. Intanto io mi godo la mia chitarra. Ho deciso di riprendere, e chi mi conosce sa che quando decido una cosa, sarà quella. Non vedo l’ora di rifare qualche assolo.
L’assenza.
Dove sei. Ti cerco, ti chiamo, ma Te non rispondi. E’ dalla vigilia di Natale che non mi dici più nulla. Ti ho forse fato qualcosa? Non puoi pensare di essere il riferimento, la guida, di qualcuno e poi sparire così, da un giorno all’altro. Ho tante cose da dirti, ho tanti consigli da chiederti. Per colpa tua ho una rabbia dentro che non riesco a far affievolire. Dopo che te ne sei andata, ho pensato che con il tempo tutto sarebbe migliorato, ma niente. Sei un’assenza troppo ingombrante, nella stessa misura in cui eri discreta quando eri qui. Il tuo non esserci riempie tutti gli spazi, ogni minuto della mia vita. Questi 8 mesi, o poco più, sono trascorsi lenti inesorabili. A volte ti vedo, accucciata sul pavimento di marmo, dove una volta c’era il corridoio, e io sono sulle tue spalle. Facevamo il cavallino ricordi? Poi mi giro e te sei li. Tieni la testa a Nonna Caterina. Quanto è magra, quanto ti somiglia. Ora sei seduta con Filippo, sul parquet di casa, nel salone, ricordi? Stai giocando con le costruzioni. Quanto gli manchi a questo bimbo. Le costruzioni rimangono uno dei suoi giochi preferiti ancora oggi. E a te sembra giusto fare questo gioco? E’ stupido! Non puoi sparire così. Ti ricordi quante discussioni? Quanto mi facevi arrabbiare! Dovevi sempre dire l’ultima, ed era sempre diversa dalla mia. Ma quanto darei per darti ragione. Almeno una volta. Anche perchè molto spesso avevi ragione sul serio. Una sola volta, darei la mia vita per riaverti qui a cena una sera. Ricordi quante cenette io e te, mentre papà se ne andava sempre al solito posto? Non ne facevo neanche una giusta secondo te, ma eri sempre li a spronarmi. Eri la mia più grande detrattrice e la mia più grande tifosa. Troppo tardi ho capito che quelle tue critiche erano solo per far uscire il meglio di me. Te mi hai regalato un patrimonio di capacità, e volevi solo che togliessi il freno a mano. Volevi solo che non mi accontentassi delle mediocrità. Qui non è finito il tuo lavoro. Te ne sei andata senza neanche vedere i miei geranei. Sono bellissimi. Colorati e vari, come piacciono a te. Certo non sono belli come i tuoi, ma è un buon inizio. Sono diventato proprio bravo a fare le lavatrici. Ancora non stiro, ma penso che non lo farò mai. Daniele è sempre stato più bravo di me a farlo. Ma Daniele è più bravo di me a fare molte cose. Benedetta cresce e gli manchi. Perchè non torni? Maria Chiara è ancora più bella. Si avvicina sempre di più all’adolescenza. A Silvia servirà il tuo aiuto quando ci arriverà, quell’età per una bambina è particolare. Quanto ti assomiglia Silvia. Non fisicamente, è sempre di più – tutto – papà, ma si muove come te. Riesce ad organizzare tutto ed apparentemente è forte. Come può essere forte un albero di fronte all’uragano più grande. Perché il fatto che te ne sei andata è come quell’uragano. Si può essere forti con tutto e tutti, ma poi arriva quell’assenza che ti annienta. Angelino va come un treno. Corre sempre e mangia da far paura, ma non ingrassa. A Filippo, gli manchi. Gli manca la nonna, quella che ha voluto salutare dalla finestra a Tor Vergata, ricordi? Ti sei sistemata i capelli, hai preso il telefono per parlare con lui (era troppo lontano e te troppo debole) e dalla finestra lo guardavi, e parlavi con lui. Cresce mamma, sta crescendo bello come il sole. Ha tanta voglia di vivere e ho l’impressione di non essere abbastanza per lui. Abbastanza forte, abbastanza bravo, abbastanza papà. Dopo che te ne sei andata mi sembra che passo troppo poco tempo con lui, troppo poco tempo per lui. Vorrei essere la metà di quello che te sei stata con me. Sarei il miglior padre del mondo. Altre volte mi sembra di vederti al mio fianco, sul divano, come se partecipassi ai miei pensieri, senza renderti conto di esserne parte. La parte più grande. Tutto si sarebbe potuto risolvere quando sapevo dove chiamarti, dove cercarti. Te c’eri. Ora è tutto più difficile. Le salite sono più ripide, le discese burroni. Papà fa finta che non è cambiato nulla, ma te gli manchi. Non ha mai saputo dimostrartelo, ma senza di te non è nulla. Fa finta di essere impegnato, ma gira a vuoto. Anche Daniela vorrebbe condividere con te delle cose. Sai è una ragazza fantastica, per certi versi vi somigliate. Non sto qui a dirti quali, ma vi somigliate. Vorrebbe parlarti ancora, come quella mattina che sei venuta a prenderti il caffè. Lei ti conosce da quello che gli racconto io, da quello che gli racconta la gente che ti conosce, ma non è la stessa cosa. Lei vorrebbe parlarti. Sai Daniela è un pò lenta, ma quando inizia a darti, non la finisce più. E’ come te. Ti sei lamentata con Silvia che non vengo mai a trovarti. E te? Ti ricordi quel week end a Pavia? Te, Filippo e me. Che bel week end. Quello che doveva essere un viaggio per andare a consultare un medico, un luminare, si è trasformata nella vacanza insieme, che non facevamo più da troppo tempo. Quel dottore ha detto che voleva darti una qualità della vita migliore. Perché non gli hai dato il tempo di farti aiutare? Con te, è andato via un pezzo di me. Se non torni, non potrò essere più lo stesso. Torna, non albergare solo nei miei pensieri, accompagnami almeno nei miei sogni. Non può esserci un posto dove te possa resistere, lontano da tutti noi. Sei proprio un’egoista, o forse lo sono io. Forse sei solo stanca, stai riposando. Mentre aspetto che torni, al mare, uso il tuo accappatoio. Asciuga da schifo e non ha il cappuccio, ma almeno quello mi fa sentire vicino a te. Ti prometto che se torni sarai come una regina. Ci sarò io a vegliare su di te. Non dovrai più stancarti, non dovrai più correre per tutti. Riposa mamma, se ne hai bisogno riposa, ma appena puoi torna, torna presto, tutti noi ti aspettiamo.
La serie A senza Del Piero.
Andando a spulciare le formazioni delle squadre del campionato di calcio (una volta) più bello del mondo, ci rendiamo conto che la crisi ha colpito proprio tutti. Nessuno escluso. Non ci sono più i nomi altisonanti di 10 anni fa e, dopo Ibra e Tiago Silva, l’emorragia di fenomeni dal nostro campionato non sembra finita. In questo contesto cupo, mi torna in mente la vicenda di Alessandro Del Piero che, per me, rimane la bandiera della Juventus che non ha ancora “voluto” cercare una collocazione. Dopo tutto è un giocatore che avrebbe potuto giocare in Italia. Lo voleva il Napoli, forse la Lazio, ma lui ha detto di no a tutti. Ogni squadra con cui avrebbe giocato sarebbe stato un po’ come tradire la “vecchia signora”, anche se la dirigenza della Juve non ha avuto alcun problema a farlo. Nel mio fantamondoutopico, sogno che, prima della chiusura del mercato estivo, possa tornare a vestire la maglia della Juventus. E se fosse lui il top player di cui abbiamo bisogno???
Ho trovato questa cosa molto commovente, e contribuisce a rendere questa terra, la Nuova Zelanda, e i suoi abitanti sempre più affascinanti. Bravi!!
Lo so, forse il rugby non c’entra moltissimo, ma la cosa mi ha colpito molto. La scorsa settimana alcuni militari neozelandesi sono morti in Afghanistan. I loro commilitoni li hanno salutati così:
La guerra del touch.
Sono di parte, decisamente di parte. Penso che Apple sforni prodotti di altissimo design e con dietro uno studio sulle esigenze e le passioni delle persone. Un’azienda che produce con passione le passioni dei suoi clienti. Anche Samsung, ad onor del vero, ha creato alcuni prodotti interessanti in atri ambiti (TV, Hi FI, Tablet). Ho seguito con molta attenzione la lotta sui brevetti tra Apple e Samsung e, senza volere entrare nei tecnicismi spicci della sentenza, rimane un fatto: Apple ha vinto e Samsung ha perso. Oltre a non poter vendere alcuni suoi prodotti, il gigante nord Coreano, dovrà rimborsare ad Apple oltre un miliardo di dollari. Samsung ha dichiarato di voler ricorrere in appello. Leggendo tra i vari blog, ho letto che questa è stata una guerra combattuta tra Android e OS. Non sono assolutamente d’accordo. La guerra è stata sulla paternità delle idee. Non è giusto che qualcuno rubi, e sottolineo rubi, le idee di qualcun’altro, o peggio ancora scopiazzi. Apple ben ha fatto a farsi valere in tribunale. E’ mai possibile che non ci siano altre cose da inventare? La filosofia giusta, in aziende che vogliono innovare è dare libero sfogo ai creativi. Mi auguro che questa lezione sia da stimolo per Samsung che, in altri settori tecnologici, ha ben fatto.
Il segno distintivo.
Sto leggendo un bel libro. La biografia autorizzata di Steve Jobs, scritta da Isaacson. Un bel libro, scritto molto bene. E’ sempre curioso vedere il percorso che fanno le persone nella loro vita, ma soprattutto quando queste persone hanno cambiato il mondo. Tra le tante cose, i tanti spunti e riflessioni, che sto prendendo da questo libro, pensavo all’importanza che la musica ha nella nostra vita. Se vuoi sapere chi hai di fronte devi sapere che musica ascolta. La musica non mente. Puoi far finta di essere qualcun altro, ma non puoi far finta di ascoltare la musica che non è la tua. La musica che ascoltiamo è la colonna sonora della nostra vita. E solo della nostra. E’ bello perdersi nei ricordi ascoltando un brano che passa nella radio. E’ bello ripercorrere alcuni momenti della nostra esistenza, riassaporare le sensazioni, rivedere dei nostri cari, al suono di qualche nota. Ci sono alcuni brani che mi fanno venire in mente persone care, e quando ne ho voglia non debbo far altro che mettere quella canzone e i pensieri volano verso di loro. Altre volte ci vengono in mente situazioni, belle o brutte, momenti particolari, o semplicemente luoghi o colori. Ecco perchè è impossibile dividere la musica che ascoltiamo da chi siamo. Il collegamento tra quello che sto dicendo ed il libro è: l’Ipod. Nel libro descriveva il processo mentale che ha portato, Jobs e i suoi creativi, a creare un musicplayer portatile. Il motivo semplice era la profonda esigenza di potersi portare ovunque la “nostra” musica, senza dover necessariamente tra pochi brani. I lettori precedenti erano difficili da riempire e poco capienti. Ecco qual’è il segreto dell’IPod, che unito ad un design unico lo ha reso un oggetto di culto. Ho anche riflettuto che spesso mi è capitato di avere in mano un Iphone, un Ipod di un amico e sbirciare quale musica vi era caricata. A volte mi è capitato di sorprendermi a storcere la bocca nel leggere le playlist o i cantanti presenti nel suo apparecchio. Ma è sbagliato giudicare la musica non nostra. La musica è come un segno distintivo, un cromosoma del nostro DNA. Alcuni di noi hanno gli occhi verdi, altri marroni, possono piacere di più gli uni o gli altri, ma non si può far nulla, è semplicemente così. Qualcuno può ascoltare i Kasabian, altri Gigi D’Alessio, o piuttosto preferire i Beatles ai Rolling Stones, ma è così. Io non andrei mai ad un concerto di Tiziano Ferro, ma probabilmente chi c’è stato, non andrebbe mai ad ascoltare i Pink Floyd. L’unica cosa che può fare la musica degli altri, è darti un’idea di chi hai davanti. Il tipo di musica che si ascolta ha un legame indissolubile con il nostro carattere. Chi siamo, cosa abbiamo fatto, e soprattutto come, è legato, senza possibilità di scissione, alla musica che abbiamo ascoltato, a che tipo di imprinting musicale, i nostri genitori ci hanno dato da piccoli, o che musica abbiamo ascoltato nell’adolescenza, o in età adulta. Se poi abbiamo avuto l’esperienza di strimpellare uno strumento, allora il gioco è fatto. I pomeriggi a suonare questo o quel cantautore, o il pezzo di quel gruppo rock inglese, ci avranno segnato per sempre. Se però 20 anni fa era possibile nascondere la musica che si ascoltava, ora basta staccare l’auricolare dall’orecchio del nostro interlocutore ed ascoltare. L’unico modo per avere la certezza di cosa ascoltava il nostro interlocutore prima, era quello di andare a casa e sbirciare tra i dischi o i CD che possedeva. Ora abbiamo strumenti, che permettono di portarci dietro la nostra musica, ed è molto più facile scoprire il gusto musicale di chi abbiamo di fronte. Sbirciare i Gbyte di musica è un gesto molto più semplice. E’ importante sapere cosa ascolta chi abbiamo davanti. Forse dovremmo dare più importanza a questo aspetto, nel valutare le persone, e meno ad altri aspetti che sono solo apparenza. La musica è sostanza, non apparenza.
E bravo Sonny Bill…in bocca al lupo….
La sua avventura giapponese inizierà ufficialmente domenica, dopo la seconda sfida degli All Blacks all’Australia. Poi per SBW le porte della nazionale campione del mondo si chiuderanno per un bel pezzo (ma ci scommettete che cercherà di rientrare nel giro in tempo per la RWC 2015?). Ad ogni modo il sito dei Panasonic Wild Knights – il club per cui Sonny Bill giocherà nel paese del Sol Levante – ha pubblicato la scheda del centro neozelandese sul suo sito. Eccola. E guardate che arrivarci in un sito completamente in giapponese non è stato semplicissimo…
Due Di Giulio in Nazionale. Bravi, bravi, bravi!!!
Luca Bot e Luca De Marigny, tecnici dell’Accademia FIR U19 “Ivan Francescato” hanno annunciato la formazione che domani sera, al “Musgrave Park” di Cork, affronteranno l’Accademia di Munster alle ore 19.30 locali (20.30 in Italia) nel primo dei tre incontri del tour irlandese che vede impegnata la selezione federale.
Questa la formazione dell’Accademia FIR:
15 Andrea TORLAI (Rugby Reggio)
14 Gabriele DI GIULIO (Frascati Rugby)
13 Mattia BELLINI (Petrarca Padova)
12 Gianmarco VIAN (M-Three San Donà)
11 Shadi EID (Amatori Parma)
10 Filippo BUSCEMA (UR Capitolina)
9 Simone MARINARO (Fiamme Oro)
8 Maxime MATA-MBANDA’ (Rugby Grande Milano)
7 Mattia CATELAN (Valsugana Padova)
6 Michele BOCCARDO (Cus Padova)
5 Federico RUZZA (Cus Padova)
4 Michele ANDREOTTI (Cammi Calvisano)
3 Cherif TRAORE (Rugby Viadana)
2 Adriano DANIELE (Pomezia-Torvianica)
1 Francesco VENTO (Rugby Union Messina)
a disposizione
16 Marco SILVA (Amatori Parma)
17 Stefano IOVENITTI (Polisportiva Paganica)
18…
View original post 69 altre parole
Sonda Lapka.
E un pò di tempo che con Daniela si dibatte su un argomento. Il cibo. Se al supermercato compro una scatola di tonno, lei mi riprende perché, a detta di un libro che ha letto, (e non ho motivo di non crederle) molti dei cibi che mangiamo non sono quello che pensiamo. Ad esempio, proprio il tonno di cui sopra, viene mischiato con altri pesci, ovviamente più economici, e poi riconfezionato ad arte per trasmettere l’idea che dentro la scatoletta ci sia del tonno, e non un frappé misto di pesce. Alcune marche fanno questa cosa, altre sono invece molto attente. Stesso discorso vale anche, con le opportune varianti, per le colture intensive di carne, oltre che di pesce, e si estende anche alle uova e alla verdura. Ma ora, sembra che sia in arrivo una sonda d’acciaio che infilata nel cibo, controlla la quantità di nitrati che possiede e, tramite un Iphone collegato, elabora il dato, consegnandoci la verità sul cibo che stiamo mangiando. Questa sona, attualmente in sperimentazione negli stati uniti, si chiama: Sonda Lapka. Decisamente interessante. Ed è ancora più interessante che, questa sonda, possa essere collegata non ad un complicatissimo apparato di elaborazione dati, ma ad un Iphone. Ritengo che se funzionasse, ci sarà da diventar matti. Mi piace la possibiltà di controllare cosa mangio, ma l’aggeggio deve essere perfetto. Immaginate se, dopo aver comprato la carne, ed averla analizzata, viene fuori un dato che non è reale, e quello stesso dato ci porta a litigare con il macellaio (il mio è anche grosso), o piuttosto con il pescivendolo. Oppure pensate ad una serata al mare, in un ristorante, e dopo aver ordinato un pesce alla griglia appena pescato, scopriamo che arriva da una coltivazione intensiva al largo del Kenia. Interessante, ma molto pericolosa. Comunque sia, per Daniela sarà un altro motivo, per prendersi un Iphone.