Ciao Matteo, è tanto che non scrivo sul mio blog, ma oggi vedendo i telegiornali che ci preparano alla festa del 2 giugno, oltre allo sbarramento che ho trovato ieri al centro di Roma passeggiando con amici, mi sono venuti in mente due ragazzi. Due giovani ragazzi che il nostro paese ha mandato in India in missione. D’allora non sono più tornati. Sono vittime di un bruttissimo atto di prepotenza dal quale il nostro paese non può rimanere indifferente. Rispetto la sovranità di ogni popolo, e proprio per questo non capisco più il senso della permanenza dei due Marò in India. Non so quanto è stato fatto, se poco o tanto, ma il fatto è che questi due ragazzi sono ancora li. E la cosa più triste è che non se ne sente più parlare. A volte non parlare di un problema è l’inizio della resa. Non so se sarai un bravo presidente del consiglio. Ammiro la tua voglia di fare, il tuo saper comunicare, ma i veri statisti, quelli bravi, quelli che rimangono nella storia, e nel cuore dei suoi concittadini, sono quelli che poi fanno. Personalmente voglio lasciarti del tempo per giudicare il tuo operato, ma lo stesso tempo non lo hai per riportare a casa i nostri ragazzi. Sai io sono in quella fase della vita, 43 anni, in cui non sei più giovane, ma non sei ancora vecchio. Sento dentro di me la voglia di fare di quando avevo 30 anni, e la stanchezza che, probabilmente proverò tra 15. E’ quella fase della vita, la mia, dove la sensibilità per due persone che da due anni non possono stare con le proprie famiglie, mi logora, mi strazia. Io non conosco di persona i nostri due militari, ma la loro storia, la loro dignità, nell’affrontare questi anni, mi ha graffiato il cuore. Questo silenzio mi fa male. Matteo, non so se leggerai mai queste poche righe, ma queste parole arrivano dal cuore di un Italiano, un padre, un lavoratore, un uomo che non reputa giusto che due servitori dello Stato possano passare tanto tempo fuori casa, contro la loro volontà. Riportiamoli a casa, ti prego. Matteo metti in campo tutto quanto possibile per far si che questa vicenda finisca. Un bel gesto, un gesto che ridarebbe al problema la giusta importanza, potrebbe essere una tua visita in India. Ma non per andare a trovare i politicanti indiani, ne la loro preistorica diplomazia. Vai a trovare i nostri ragazzi e porta a loro tutto il nostro affetto, tutta la nostra vicinanza. Per tutto il resto Matteo, “in bocca al lupo”.
Lettera aperta a Matteo Renzi.
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