Non è fascismo…

imageC’ho pensato e ripensato prima di commentare la foto della signora nella foto. “Auschwitzland”, riportava la maglietta della ragazza, abbozzando un logo simile a quello Disney. Una gita a Predappio, in una ricorrenza particolare. Il luogo dove è sepolto il Duce, nel giorno della morte del Duce. Ho pensato e ripensato ma il problema non è il fascismo, non è la politica. Il problema è che ci sono delle persone, facilmente veicolabili, con poca capacità critica che, con buona probabilità non sa neanche cosa sia successo ad Auschwiz durante la seconda guerra mondiale. In quel campo di concentramento sono morte barbaramente migliaia di persone per la follia di un folle. Quel folle è riuscito a convincere tante persone che, uccidere dei civili, fosse normale. Ha convinto tante persone che torturare dei civili, fosse normale. Come si fa a non ritenere sbagliato quello che è successo dopo l’istituzione delle leggi razziali? Si può essere di destra o di sinistra, ma non credo che qualcuno sano di comprendonio possa voler replicare quella sofferenza. Non credo che qualcuno sano di comprendonio possa pensare di scherzare con un luogo carico di sangue, di morti. Penso però che il mondo è pieno di gente piccola che, pur di sentirsi parte di un gruppo, sarebbe disposta a mettersi anche una maglietta come quella. Mi fai pena ridente “signora”.

 

 

Il 5 di novembre…

giglioCi risiamo, è il 5 di novembre e come ogni 5 di novembre mi cala addosso una tristezza infinita. Oggi poi, il tempo non aiuta affatto. Questo grigio fuori la finestra, la pioggia fina, caratteristica dei nostri autunno, l’umidità che sembra penetrarti le ossa. Il pensiero fisso a mia mamma, a Danielina. Mi viene in mente tutto quello che poteva essere e non è stato; mi viene in mente come le tortuose strade del destino abbiamo unito indissolubilmente la vita di mia mamma e di mia cugina. Un legame stretto tra date, ricorrenze e quell’amore della zia alla nipotina più piccola. Era la piccola di casa. Sembra proprio una di quelle trame sulle quali gli scrittori di romanzi genererebbero fiumi di pagine. Invece è solo una coincidenza. Un infausto e perverso gioco legato al ricordo di una serata di autunno, mentre ci approssimavamo ad andare a festeggiare il compleanno di mia mamma, e quella telefonata che mai avresti voluto sentire: “Daniela ha avuto un brutto incidente”. D’allora nulla è stato più lo stesso. Mia mamma non ha avuto più voglia di festeggiare il suo compleanno, e nemmeno noi con lei. Io ho sempre avuto l’impressione che lei si sia lasciata morire da quel momento. Ora che non c’è più neanche lei rimangono solo i ricordi. Daniela e Loreta. Nessuno di noi vi ha dimenticato, nessuno di noi vuole dimenticarvi. Te Daniela tanta voglia di vivere, la faccia sveglia e l’energia per divorare tutti i problemi che, nonostante la tua giovane età, avevi già dovuto affrontare. Loreta, la mamma che tutti vorrebbero: attenta, presente, l’amore fatta persona. Ora che non ci sei più non so quanto darei per poterti ascoltare il tuo punto di vista sulla vita. Penso di averti chiesto una valanga di consigli, e non ne hai sbagliato neanche uno. Pensavo che insieme a zio Luciano, abbiamo perso, forse, le migliori di tutti noi. Senza di loro, senza di voi, le cose non sono più state le stesse. Senza di loro tanti equilibri si sono interrotti. A distanza di anni posso dire che il centro di tutto eravate voi e forse lo siete ancora. Ci mancate…