Di tutto questo bailamme di voci, notizie, e scandali, relativamente all’incontro tra Renzi e Berlusconi, a me è rimasta una sola cosa: la foto di Fidel Castro e Che Guevara che giocavano a golf. La foto è stata scattata con una Leica, la mitica Leica, da Alberto Korda. Quest’ultimo è stato un fotografo molto famoso per l’epoca, che ha contribuito a far divenire un’icona Ernesto Che Guevara. L’idea di fondo di Castro era quella di rispondere al Presidente Eisenhower, che con la scusa di una partita a golf, non incontrò il leader maximo. In seguito Castro usò il golf come segno distensivo verso JFK, dopo il problema dei missili a Cuba. C’è molto mistero dietro quelle foto, ma la mia personalissima idea però è che Fidel aveva bisogno di rendere il suo regime un po’ più borghese, di avvicinarlo un po’ ai già vicini Stati Uniti. Sotto questa foto è avvenuto l’incontro tra Renzi e Berlusconi, che, personalmente reputo doveva essere fatto. Che piaccia o no, e a me non piace, ma Silvio Berlusconi è il leader del maggior partito di opposizione, e come tale va incontrato e bisogna confrontarsi con lui. Mi auguro che, alle prossime tornate elettorali, si possa fare a meno di parlare con un leader condannato, oltre che pregiudicato.
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Il golf si tinge di bianco.
Domenica 19 gennaio, sulle Alpi di Siusi, si terrà un torneo di golf su nove buche. Il torneo che è stato organizzato da dall’area vacanze Alpe di Siusi, si svolgerà ad oltre 2000 metri di altitudine e coniugherà la passione del golf a quella degli sci. Infatti da una buca all’altra i giocatori si sposteranno tramite: sci o snowboard. Un esperimento simpatico e originale, ma il golf, per me, rimane quello giocato sui prati verdi.
Chi ha inventato il Golf?
Fino a ieri sembrava tutto chiaro sulle origini del golf, ma da oggi gli scozzesi potrebbero venire defraudati del titolo d’inventori di questo fantastico sport. E’stato ritrovato, in Cina, un rotolo pittorico risalente ad almeno 500 anni fa, nel quale delle donne giocano con mazze e palle, accompagnate da veri e propri caddies. Questo dipinto, ora in mostra a Londra, dimostra che, dall’altra parte del mondo si giocava, se non proprio a golf, ad uno sport simile, molto prima che in Scozia. Non ci sono però, negli scritti di Marco Polo, accenni alla pratica dell’attuale golf, nella Cina da lui visitata. Gli scozzesi, da canto loro, amano e sanno tenere strette le proprie tradizioni. Le curano, le rispettano. E questo sport, bandito da Giacomo II in quanto, a suo dire, distraeva le truppe dall’addestramento militare, trova le sue origini proprio in Scozia come sport derivante dall’hockey, anche quest’ultimo un sport molto praticato nell’impero di sua maestà. Ci sono però tracce di uno sport simile anche tra gli antichi romani: la paganica. Sono molto confuse le tradizioni e le origini di questo sport, di certo c’è che gli scozzesi dovrebbero imparare, in fatto di modernità, dalla Cina, uno dei popoli più tradizionalisti del mondo. Infatti nel dipinto, come detto sopra, vengono ritratte delle donne che giocano, mentre, ancora oggi, esistono dei club in Scozia che, approposito di tradizioni, permettono alle donne, l’ingresso al green, solo se accompagnate da un uomo.
L’importanza di chiamarsi Tiger
«I love to compete. That’s the essence of who I am»
Sono queste le parole che Eldrick “Tiger” Woods, celebre giocatore di golf statunitense, rilasciò in un’intervista del 2006, all’apice della sua carriera professionistica.
Parole che descrivono pienamente la natura di Woods e che si possono tranquillamente applicare anche a molti altri grandi atleti della storia, moderna e passata.
Questa voglia di competere e di dominare l’avversario, unita certamente al talento e ad una notevole predisposizione tecnica e fisica, è l’arma in più che distingue i grandi atleti dai quelli buoni.
Si badi bene che per queste persone la vittoria è paradossalmente tanto fondamentale quanto secondaria e non è che una diretta conseguenza di questo modo di pensare.
È interessante prendere ad esempio l’ultima delle tante dimostrazioni di potere che negli anni hanno visto protagonista proprio Tiger Woods.
Domenica 24 marzo, Arnold Palmer Invitational, importante torneo del circuito PGA, che vede…
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Il golf, prima lezione.
Eccomi qui, dolorante quanto basta, a ripensare alla giornata appena passata. Avevamo, con Dany, provato il golf e c’era piaciuto molto. Certo li eravamo nelle Langhe, un posto fantastico, immerso nelle colline del Barbera e del Nebbiolo, quindi tutto era stupendo, ma oggi la sensazione è stata la stessa. La complicità di Max e Lidia ha sicuramente aiutato, ma la voglia d’imparare era, ed è, tanta. Il circolo che ci ha ospitato è quello di: “Archi di Claudio” a Roma. Un posto molto carino, ideale per imparare e cordiale nella gestione. Lo scenario che si staglia sullo sfondo dei campi pratica è quello dell’acquedotto Claudio. Fa caldo, ma non si soffre come nei giorni scorsi. I primi colpi li abbiamo tirati con la supervisione di Max. I suoi consigli sono stati preziosi per affrontare la lezione successiva. Pian piano abbiamo anche convito e coinvolto Lidia. Pranzo sociale nella club house del circolo, e poi di nuovo sul green. La lezione è passata veloce, e ogni colpo che andava a segno la voglia di far meglio aumentava. Dany è bravissima. E’ordinata nei movimenti e attenta ai consigli. Non colpisce forte, ma preciso. A me invece Daniele, il nostro istruttore, mi fa cambiare la posizione della mano mille volte. Non mi entra in testa. Ma colpisco forte, e la cosa non mi dispiace per niente. Quella pallina li in terra sembra così facile da colpire, e forse lo è. Ma colpirla bene è tutt’altra cosa. Colpirla e mandarla dove si desidera è un’arte. Certo non andrò alle olimpiadi, e forse non vincerò mai neanche torneo condominiale, ma di certo c’è che il golf è una scoperta. Intanto è uno sport, realmente, per tutti. Permette di passare una giornata all’aria aperta in compagnia di amici. Avevo tanti pregiudizi, ma ora ho capito che senso etimologico di sport ha tanti significati. Il golf ne incarna parecchi di essi. E ora non vedo l’ora che arrivi venerdì, quando avrò la prossima lezione.
Week end nelle Langhe.
E’ un altro di quei periodi pieni, pienissimi. Uno di quei periodi nel quale non riesco a recuperare, ma non posso dire che sia un brutto periodo. Riesco a fare poche cose, ma ho l’impressione che la direzione sia quella giusta. Le giornate sono sempre troppo piene, e non riesco neanche più a scrivere. Arrivo al week end che ho voglia solo di starmene a casa, e godermi un pò di sana intimità con mio figlio, con Daniela. L’ultima settimana poi è stata particolarmente stressante e sempre in bilico. Con Daniela, da tempo, avevamo deciso di andare a trovare due nostri amici: Giovanna e Paolo a Torino. Fino all’ultimo non sapevamo se riuscivamo a partire, ma entrambi lo volevamo fortemente. Non siamo riusciti a fare vacanze quest’anno e questo week end lo aspettavamo, come si aspetta l’ossigeno alla fine di una lunga apnea. Entrambi avevamo, ed abbiamo ancora, di staccare un po’. E’ venuto fuori un bellissimo fine settimana. Siamo stati ospitati da Giovanna e Paolo, nella loro casa nuova. C’è molto di loro in quella casa. E’ molto calda, accogliente, e l’arredamento è di buon gusto. E’ tutto molto ordinato e ospitale, come sono ordinati e ospitali loro, ma si vede che, tutte e due, si stanno esprimendo in quella casa. Ci sono i colori che piacciono a Giovanna, ma c’è anche la musica di Paolo e la sua lavanda nel vaso antico. Ci sono entrambi in quella casa. Sono stati con noi dei padroni di casa impeccabili. La prima sera, dopo un piccolo inconveniente alla macchina di Maura, che ci ha raggiunto da Milano, siamo andati in un locale a La Morra. Un paese nelle Lanhe. Era già notte e non abbiamo potuto ammirare ciò che ci circondava. Suonavano due chitarristi amici di Paolo, molto molto bravi. La serata è volata: chiacchiere, musica, cibo, e vino, tutto di qualità. Abbiamo dormito fino a tardi la mattina seguente. Fare colazione tutti insieme è stato bello e mi ha ricordato il week end dell’estate scorsa, passato in barca tutti insieme. Pranzo a casa, dopo aver fatto spesa, poi passeggiata per Torino. E’una città che conosco molto bene, ma riesce sempre a stupirmi. E’ bella, ordinata, e vederla incastonata da monti innevati, quasi a giugno, dava una bella sensazione. La sera Maura ci ha salutato ed è tornata a Milano. Si è persa un giorno seguente veramente unico. Anche domenica la sveglia è stata comoda, e dopo una bella colazione siamo tornati nelle Langhe. Il sole, il cielo azzurro davano una luce che abbracciava il verde dei noccioli e dei vigneti. Fermarsi in quei paesini ad osservare le colline coltivate è stato uno spettacolo che, sembrerà esagerato, definirei toccante. Per pranzo, Paolo, ci ha riservato una sorpresa: il golf club a Monforte d’Alba ( golfmonforte.it ). Un posto d’incanto tra prati e vigneti che rendono unico questo posto. Bellissimo pranzo: ottima la qualità ed il trattamento, e
poi tutti sul campo pratica. Si, abbiamo provato a giocare a golf. Abbiamo avuto un maestro d’eccezione, Candido Besso, che ha voluto passare un’ora con noi. Si è dedicato a Daniela e Giovanna, ed ha trasmesso loro il suo amore per questo sport. Paolo ed io abbiamo sparato un bel pò di palle nel campo pratica, ed ha anche provato ad insegnarmi qualcosa. Il tempo è volato via così in fretta che, Paolo, ha dovuto spingere sull’accelleratore per arrivare all’aeroporto in tempo. Peccato che poi il nostro l’aereo ha tardato quasi due ore. Di questo week end mi porterò dentro: quei posti splendidi, il vino (specialmente il Nebbiolo), il battesimo del golf, e le due splendide persone che ho avuto modo di conoscere meglio: Giovanna e Paolo. Daniela, sempre di più è una conferma. La mia conferma.