Leggevo un sondaggio inglese. Sembrerebbe che sempre più giovani, più bambini, si rivolgono al web, piuttosto che ai nonni, per avere informazioni e notizie. Sarà che ho dei ricordi così belli dei racconti dei miei nonni. Mi porto ancora dietro i racconti di guerra, i trucchi sull’agricoltura: che andavano dalla coltivazione della vigna, a come far venire un bel geranio in terrazzo; l’immensa esperienza che faceva essere i miei nonni, più moderni di me; l’amore con il quale hanno provato a trasferirmi il loro sapere. Tutte cose che ho sentito mille volte, che avevano però il potere di non annoiarmi. Non esiste sito che può trasferire quest’ultimo punto. I nonni, sono persone che ci amano come i nostri genitori, ma senza avere il problema di doverci l’educare. Fanno con i nipoti, quello che non hanno potuto fare con i figli. Io consiglio sempre Filippo di farsi raccontare le cose dai nonni, perché, quando non ci saranno più, si esaurirà una risorsa importante per la vita di ognuno di noi. Viva i nonni, anche per uno che, come me, ama la tecnologia.
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Grecia, qual’è la realtà.
Mi sembra impossibile che, per mesi, i nostri telegiornali non hanno parlato altro che della crisi Greca. La Grecia è molto vicina a noi, non solo geograficamente. Abbiamo gli stessi problemi. Non è possibile che, in Grecia, sia tornato tutto a posto. E anche se fosse, non è possibile che non se ne parli comunque. Spulciando un pò sul web, mi sono accorto che la situazione purtroppo, è molto più grave di come l’abbiamo lasciata. E’ peggiorata da quando non ne sentiamo parlare più. Forse le obbligazioni greche non andranno in dafault, ma la fotografia che mi sono fatto è di una nazione alla fame. Di una Nazione in cui una famiglia su tre non percepisce più reddito. Una nazione in cui i redditi sono stati dimezzati, da un giorno all’altro. Una nazione in cui a vincere sono state solo le finanze dello stato, per tutelare i creditori forti (banche e stati sovrani). Il periodo di austerità ha portato un generale impoverimento del popolo, e nessuna forza per ripartire. E se tutta questa assenza d’informazione sia solo un presagio? E se non se ne parlasse più proprio per evitare ad un morente, la notizia che non ci sono più speranze. Lo scorso anno ho passato le mie vacanze nel Peloponneso. Le cose che ho visto non mi hanno dato l’impressione che il popolo greco, fiero e forte, abbia la forza di risollevarsi. Tutti troppo presi a sopravvivere. Un popolo che vive per arrivare a fine giornata, senza avere il problema di non avere mangiato. Una splendida terra, gente come noi: ospitale e solare, uccisa dallo spred, dalla finanza creativa, dai derivati, e dalla rincorsa al consumo che non possiamo permetterci. Una nazione dilaniata dalla corruzione e con una linea di demarcazione tra: poveri e ricchi, nettissima. Di tutto questo non si parla più. Da noi si parla di San Remo, di Pistorius, dei meteoriti che cadono in Russia, ma non della Grecia. Da noi siamo più preoccupati se Monti e Bersani faranno l’inciucio, o di cosa ci restituisce Berlusconi dopo aver vinto le prossime elezioni, e non ci preoccupiamo di dove siamo. Di dove stiamo andando. Qualcuno di questi “ben pensanti” politicanti dei miei stivali, dice che siamo sull’orlo del baratro. E se invece già stessimo cadendo giù. E se non si parlasse del fallimento umanitario della Grecia, perché è quello che accadrà in Italia? In tutte le guerre, una delle prime cose che viene occupata, o bombardata, è l’informazione. Mi ricordo una fotografia del bombardamento di Sarajevo, dove era stata centrata, dai nostri Tornado, l’antenna della televisione pubblica Jugoslavia. Allora non capivo. Ma per quale motivo bombardavamo la televisione, invece che le basi militari, gli aeroporti? E come se in Italia bombardassero Monte Mario a Roma, e lasciassero intatto l’aeroporto di Pratica di Mare. Ora mi è tutto chiaro. Fa più danni l’informazione, e fa molto più comodo (a volte) la disinformazione, che qualsiasi altro obiettivo militare. Per fortuna, ancora c’è Internet.
Allego qualche link per andare a leggere qualcosa di più. Ovviamente è tutta stampa indipendente e libera. Tutta stampa che riporta quello che vede o legge sui giornali. Ma basterebbe fare una ricerca su google, per renderci conto di tante cose. Di cosa effettivamente, non solo relativamente alla Grecia, vengono usate le notizie e l’informazione in genere, nei paesi “civili”:
http://quellichelafarmacia.com/11625/crisi-grecia-la-gente-assalta-i-supermercati/#.UR-uZaVRtH8
Tanto per capire e per far capire.
Faccio uno strappo alla regola, parlo di politica. Ma non per dare indicazioni di voto o per parteggiare per uno o l’altro partito. Anzi, per quello che mi riguarda ho una sfiducia tale nel sistema politico nazionale, che se si votasse ora, prima di decidere per chi votare, dovrei prima decidere se votare. Tornando a noi, da cittadino sono stanco di subire passivamente l’ondata di disinformazione che i nostri mass-media ci propinano ogni giorno. Se un cittadino, nel pieno dei propri diritti, viene condannato all’interdizione dai pubblici uffici, tra le altre cose, non potrà avere cariche politiche, anzi, non può proprio votare, per tutta la durata della condanna. A tal proposito, cito testualmente Wikipedia: “L’interdizione dai pubblici uffici è una pena accessoria prevista dall’articolo 28 del codice penale italiano e può essere perpetua o temporanea. L’interdizione è la più importante sanzione interdittrice sancita dall’odierno sistema penale, anche se il suo contenuto afflittivo è stato di molto diminuito a seguito di alcune pronunce della Corte costituzionale. L’interdizione secondo il codice penale italiano priva il condannato al diritto di elettorato attivo e passivo; di ogni pubblico ufficio e di ogni incarico non obbligatorio di pubblico servizio; della qualità di tutore o di curatore; dei gradi e delle dignità accademiche, nonché della possibilità di esserne insignito. Nel caso in cui l’interdizione sia temporanea la durata minima prevista è di un anno e quella massima è di 5 anni. La condanna all’ergastolo e la condanna alla reclusione per un tempo non inferiore a cinque anni importano l’interdizione perpetua del condannato dai pubblici uffici; e la condanna alla reclusione per un tempo non inferiore a tre anni importa l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di anni cinque. La dichiarazione di abitualità o di professionalità nel delitto, ovvero di tendenza a delinquere, importa l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. L’interdizione inoltre consegue alla condanna di un reato realizzato mediante abuso di poteri o violazione di doveri inerenti alla pubblica funzione o al pubblico servizio.”
Quindi possiamo stare tranquilli, a meno di una legge ad hoc dell’ultima ora, nessun condannato alla suddetta pena può presentarsi a ricoprire alcuna carica pubblica. E per quanto riguarda la nostra stampa, sarebbe il caso che, senza temere conseguenza alcuna, s’inizi a dire le cose come stanno. E’ incredibile la collusione che, sempre di più esiste, tra l’informazione e la politica. Sono sempre più schifato.
Bombardamenti a colpi di bit.
Stavo leggendo i miei soliti quotidiani online, quando gli occhi, e l’attenzione sono andati su questo interessante articolo, che pubblico integralmente, tratto dal Daily Wired. Sembra che i creatori del virus Flame siano enti governativi Americani e Israeliani. La curiosità, sta nel fatto che questo virus si è espanso ed è proliferato solo su computer: israeliani, palestinesi, libanesi, siriani e sudanesi. Era già successo qualche anno fa che un virus era stato capace di sabotare i sistemi di alcune centrali nucleari iraniane. Posto l’interessante articolo:
“Dietro a Flame, il potente virus informatico che si è insinuato in almeno un migliaio di computer iraniani, palestinesi, libanesi, siriani e sudanesi e scoperto lo scorso mese, ci sarebbero Usa e Israele. Proprio come dietro al famigerato Stuxnet, utilizzato per sabotare le centrali nucleari iraniane tra il 2009 e il 2010. A dare la notizia è il Washington Post, che ha ottenuto le dichiarazioni anonime di alte cariche statunitensi. Anche l’obiettivo è lo stesso del precedente worm: raccogliere informazioni per rallentare l’ Iran nella messa a punto del suo arsenale di armi nucleari. La notizia non giunge inaspettata. Come riporta Wired.com, già la scorsa settimana l’azienda russa di sicurezza informatica Kaspersky Lab, la stessa che ha individuato il virus, ha scoperto che Flame e Stuxnet condividono parte del codice ( qui i dettagli). Il nuovo worm sarebbe stato sviluppato almeno cinque anni fa all’interno del progetto soprannominato Olympic Games. Esattamente come Stuxnet, quindi, e non è escluso che Flame ne sia persino il precursore. Entrambi i virus farebbero parte di un solo grande piano, come avrebbe confermato anche un ex alto funzionario della Cia. “ Mettendo insieme i vari pezzi del puzzle raccolti finora, si direbbe che ci troviamo di fronte alla prima prolungata campagna di cyber-sabotaggio contro un nemico degli Stati Uniti”, scrive infatti il Washington Post. Le fonti ufficiali – i portavoce dell’Intelligence, dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale statunitense e l’ambasciata israeliana – per ora si trincerano dietro a un “ no comment”. Come abbiamo già raccontato, una volta installato nel computer, Flame è in grado di controllare microfoni, webcam e sistemi Bluetooth per raccogliere informazioni sull’ambiente della vittima, e di fotografare tutto quello che avviene nel pc: contatti, comunicazioni via instant-messaging, Skype e posta elettronica, password e username. Invade network e si trasmette anche via chiavette Usb. Si tratta, secondo gli esperti di Kaspersky Lab e di altre aziende di sicurezza informatica, di un wormaltamente sofisticato, di circa 20 Megabyte, mascherato da software Microsoft. Ed è improbabile che l’Iran abbia già trovato il modo di neutralizzarlo, come aveva dichiarato già alla fine di maggio. Non è neanche ancora chiaro se Flame sia davvero lo stesso virus usato nell’ attacco informatico ai networkdelle raffinerie del petrolio iraniane di fine aprile.”
Ciao mondo!!
Da oggi ci sono anche io…è tanto tempo che ci penso, ed ora ho trovato la voglia e il tempo di voler mettere i miei pensieri on-line.
A presto.
Alessandro