Tanti auguri figlio mio. Compiere 18 anni in tempo di pandemia. #iorestoacasa

46FC106F-7797-4453-B5E3-C8BAB77B1D50_1_201_aOggi è il tuo compleanno Filippo. La vita, figlio mio, è composta da tante vite, da tanti periodi diversi. Oggi termina un periodo bello, spensierato e lungo e ne inizia un altro. Volevo lasciarti qualche parola che il cuore mi sta dettando. Da oggi potrai fare tante cose, prendere la patente, quella vera, non quella per guidare “l’insetto scoppiettante”; da oggi potrai votare, spero che tu lo faccia e lo faccia bene, sempre libero di testa e consapevole; da oggi potrai firmarti le giustificazioni a scuola; da oggi Amore mio, valicherai un confine invisibile ma importante, da oggi sarai maggiorenne. Da oggi inizia una vita fatta di responsabilità. Di maggiori responsabilità. Non sono stato un padre sempre all’altezza e so di averti fatto soffrire in passato per cose che tu hai dovuto affrontare senza esserne colpevole. A volte sei stato costretto ad essere più grande della tua età, altre volte sei stato immaturo e irresponsabile come solo l’adolescenza riesce a farti essere. Non temere figlio mio, lo siamo stati tutti. E se paragono quello che tu sei a 18 anni a quello che ero io, vedo una persona migliore di me. Un uomo bello come il sole, innamorato della vita, simpatico, intelligente e con mille possibilità. Tutte caratteristiche che posso farti diventare un uomo di successo, dove per successo intendo diventare ciò che ti renderà felice a te, e solo a te. Fregatene di quello che piace ai tuoi genitori, agli amici, o a chiunque si arrogherà il diritto di dirti che una cosa è meglio dell’altra. Da oggi impara a scegliere quello che è meglio per te, nel rispetto di tutto e di tutti. Ricorda la vita è la tua, 321BAEF1-7617-4D86-BB1F-53E927059213quello che rende felice te, potrebbe non rendere felice gli altri. Investi nel tuo futuro. Pensa a cosa vorrai essere nella tua prossima vita, ma fai in modo che in questa tu possa essere sempre appagato e felice. Divertiti, non perdere l’occasione di sorridere e di far sorridere, ma al tempo stesso devi essere una persona seria ed educata. Pensa al lavoro che vorrai fare ed impegnati a realizzarlo. Un bel lavoro è un sogno che si avvera. E un sogno che potrebbe avverarsi merita impegno e dedizione. Cerca di non essere mai superficiale, affronta le cose e i momenti che ti capiteranno, belli o brutti che siano, sempre con la giusta attenzione. Amore mio non preoccuparti di quante volte cadrai, impara a rialzarti e ad essere, dopo ogni caduta, più forte di prima. Tieni vicino i tuoi amici. Quelli veri. Scoprirai che nella vita non lo saranno tutti. Alcuni di loro continueranno ad accompagnarti per tutta la vita, altri ti lasceranno durante la strada, altri ancora si aggiungeranno. Lascia aperto il tuo cuore a nuove conoscenze. L’amicizia, quella vera, può arrivare anche quando sarai vecchio. Ama, non risparmiati. Rispetta sempre chi ti ama, anche se non sarà la donna della tua vita. Dare Amore è un gesto importante, forse il più importante. Chiunque ti concede questo sentimento merita il tuo rispetto. Quando ami, fallo incondizionatamente, non aspettarti nulla in cambio. Se il tuo Amore sarà sinceramente corrisposto ti ripagherà oltre ogni misura. La donna che riuscirà ad avere 2E73DA2D-DB42-4EF9-98C4-8394638796E2il tuo cuore, sarà una donna fortunata. Non sa che persona speciale sei. Cerca di essere attento ai soldi, non li sperperare perchè dietro a ogni soldo mal speso, ci sono ore, giorni, anni di lavoro. Poco importa se a lavorare sia tu, o qualcun altro. Dai la giusta importanza al denaro, ma non diventarne mai schiavo. Non essere taccagno, godi di quello che hai ed impara a essere riconoscente. Noi siamo persone fortunate. La vita ci ha già dato tanto. Cerca, quando puoi, di aiutare chi ha bisogno. Anche qui fallo senza avere secondi fini e senza aspettarti che, se tu ti dovessi trovare nella stessa situazione, la persona che tu hai aiutato faccia lo stesso. Potresti ricevere delle cocenti delusioni. Se presti dei soldi, fallo solo se puoi vivere senza contare su quello che hai prestato. Se il prestito è per un Amico, sappi che molto spesso rischierai di perdere soldi e amicizia. La famiglia, quella che hai e quella che creerai, saranno la tua energia e il tuo sfinimento. Ti caricheranno di energie e nel contempo le azzereranno. Sappi che non c’è cosa più bella di una famiglia UNITA. Della tua famiglia. Chi meglio di te può saperla questa cosa. Ama tua sorella, perchè lei sarà per te come un’altra figlia o mamma o amica. Quando non ci saremo più: ne tua madre ne io, lei sarà quanto ti rimarrà delle tue origini. Io amo mia sorella, tua zia, ogni anno sempre di più. Ricordati anche che la tua dignità non ha prezzo. Non la vendere, non la svendere. Qualsiasi cosa ti faccia perdere la dignità, allontanala, combattila, se puoi distruggila. Riuscire a dormire la notte e, soprattutto, riuscirsi a guardare allo specchio la mattina ti farà vivere meglio. Non abbassare mai lo sguardo davanti ad un’altra persona. Guardale sempre negli occhi. Spesso ti accorgerai di chi hai davanti soltanto guardandolo negli occhi. Sbaglia, ma abbi il coraggio di chiedere scusa. L’atto più coraggioso che puoi fare è riconoscere un errore. Non temere mai nessuno, ma non essere superbo. Non si smette mai d’imparare, ma soprattutto s’impara da chiunque, anche e soprattutto da chi non si mette in cattedra, dalle persone umili. Diffida da chi pensa di sapere tutto perchè non potrà insegnarti nulla. Abbiamo fatto tanta strada insieme e spero di farne ancora molta. Mi auguro che le forze mi sostengano a lungo per continuare a batterti a basket, anche se in fondo so già che alla prossima partita perderò, ma stai sicuro che non ti lascerò vincere facile, perchè nella vita nessuno ti regalerà mai nulla. Sono contento e orgoglioso dell’uomo che sei diventato. Stai festeggiando il tuo diciottesimo compleanno, uno di più importanti compleanni della tua vita, durante una storica pandemia che, sicuramente, verrà narrata nei libri di scuola. Di certo noi non la dimenticheremo. Ogni generazione, di solito ha una guerra da raccontare. Forse questa è la nostra. Tutte queste parole, che a volte è difficile dirsi a voce, debbono solo ricordarti che il tuo papà ti ama e non solo il solo. Sei circondato d’amore figlio mio. Nulla al mondo potrà mai cambiare questo mio sentimento. Vivi la tua vita Amore mio e ti auguro tutta la felicità che il tuo cuore può contenere.

Il tuo papà.

#iorestoacasa diario di una pandemia giorno 23

unnamedSono 23 giorni. Oramai passiamo talmente tanto tempo a casa che iniziamo quasi ad abituarci. Quello che era normale solo un paio di mesi fa, oggi sembra quasi una conquista. Si parla che i ragazzi non riandranno a scuola. Si parla di come si potranno fare gli esami di maturità. Di sicuro passeremo la Pasqua a casa. Stiamo imparando a fare cose nuove. Abbiamo tempo di fare cose. Si creano nuovi equilibri a casa. Passano i compleanni e li stiamo festeggiando on-line. Con oggi è già il secondo. Filippo tra quattro giorni farà 18 anni. Una data importante per ognuno di noi. Tutti noi ricordiamo quello che abbiamo fatto al nostro diciottesimo compleanno. Filippo ricorderà una pandemia. Ricorderà che il giorno in cui è diventato maggiorenne un virus lo ha costretto a casa. E pensare che avevamo in mente una festa fantastica. La questione è che ancora troppe persone non fanno quello che devono. A casa dobbiamo trovare mille modi per trattenere una bambina di quattro anni, quasi cinque, ma tanti – troppi – ancora vanno in giro senza un motivo. Questo rischierà di prolungare la nostra “prigionia”. Sono preoccupato. Stanotte ho passato una delle mie notti in bianco. Ho pensato all’estate, all’essere pronti a ripartire con le nostre attività a come tante persone affronteranno il futuro prossimo. Sono preoccupato. Oggi i dati sono in linea con quelli dell’ultimo periodo. Ogni giorno li guardo e spero che si abbassino. Spero che inizi la fase in cui i positivi siano meno di quelli di ieri. Ogni giorno li guardo e spero di leggere che non c’è stato nessun morto. Ho paura che questa situazione ci rubi l’estate, rubi i sogni, che rubi i sogni di tante persone. Gente che ha comprato casa e ha il mutuo da pagare, gente che ha investito nella propria attività, ci sono lavoratori che si trovano sbalzati in cassa integrazione, ci sono persone che non hanno più un euro in tasca. Questa storia ci sta rubando il futuro. Spero che finisca presto. Spero che ognuno di noi, spero che i nostri figli possano riprendersi la normalità che meritano.

#iorestoacasa diario di una pandemia giorno 20

unnamedOggi sono venti giorni che sono chiuso a casa. Insieme a me tutta la mia famiglia. Poche uscite per la spesa, qualche cosa improrogabile per il lavoro, il cane. Queste le uniche evasioni. Daniela, Andrea e Filippo sono stati più bravi di me in questo periodo. Oggi sono passati parecchi corrieri a casa. Stanno diventando una simpatica interruzione della monotonia quotidiana. Con il fatto che lasciano le cose di sotto sembrano i paperboy americani. Quei ragazzi che, spesso in bici, lanciano i quotidiani nelle case, con una mira da cecchino, centrano gli zerbini delle case. Oramai i nostri corrieri passano, suonano e ti lasciano le cose in giardino, o sotto il condominio. I corrieri sono una parte degli eroi che, questi giorni, stanno facendo un lavoro oscuro ma fondamentale. Senza di loro le merci, i nostri  ordini on-line non ci sarebbero stati. Se avessero tolto anche quello, la nostra tenuta psicologica sarebbe crollata molto più giù. Sapere che se ci occorre qualcosa, c’è qualcuno che te la consegna, ci ha fatto passare questi giorni con maggiore serenità. Ovviamente questa categoria di lavoratori, si aggiunge a tutte le altre che hanno contribuito a darci un minimo di conforto in questo momento così strano, così difficile. Per quanto riguarda i contagi invece, anche oggi i dati sono stati buoni, non buoni come ieri, ma soddisfacenti. Questo mi fa ben sperare. Dobbiamo tenere duro, ma la strada è quella giusta. La novità di oggi è che possiamo far uscire i bambini per una passeggiata intorno a casa. Sembra poca cosa, invece è una grande conquista per chi come Andrea, (5 anni quasi) è un mese, circa, che non vede i suoi coetanei. Qualche passo intorno a casa non può che fargli bene. Domani, se riesco, ce ne andiamo qui intorno a passeggiare. Portiamo il cane e raccogliamo qualche fiore. Lei adora raccogliere i fiori. E’ primavera e inizia ad esserci il bel tempo,  ogni bambino ha diritto ad una passeggiata per mettere il naso fuori da casa. Ogni pediatra avrebbe condannato un comportamento simile. Un genitore che tiene un figlio un mese dentro casa. Roba da togliere la patria podestà. Invece siamo costretti a combattere questa: “maledetta influenza”, come dice Andrea, con dei comportamenti che, normalmente, sarebbero sbagliati. Con dei comportamenti che comprometterebbero seriamente la salute psicologica dei nostri ragazzi. La nostra prudenza ci ha fatto acquistare un mese di vantaggio rispetto al mondo. Come noi, prima di noi, la Cina. In barba a chi guardava l’Italia come disordinata e esagerata, ora possiamo vedere il male da in cima alla montagna. La scalata è stata dura ma siamo in cima, o quasi, dobbiamo solo scendere. Dobbiamo avere prudenza, ma possiamo scendere. Gli Stati Uniti sono un mese indietro con il contagio, ma con dei dati decisamente più allarmanti. Così come Spagna, Germania e Francia. L’unica nota da sottolineare è che i tedeschi non muoiono da COVID-19. Hanno dei numeri, se possibili anche peggiori dei nostri, ma non muoiono. Secondo loro tutto il mondo dovrebbe bersi questa cretinata. Secondo loro: gli Spagnoli, gli Italiani, i Cinesi, gli Americani, possono morire di Corona-virus, loro no. Che strana gente i tedeschi.

#iorestoacasa diario di una pandemia giorno 14

unnamedSto scrivendo di meno, ma in compenso sto: leggendo, lavorando e allenandomi con impegno. Forse sto prendendo il ritmo, ma anche un pò le misure con questa nuova forzata esperienza. Mi sto godendo la famiglia e nel frattempo, la mente naviga fino al momento in cui potremmo tutti uscire da questa reclusione. Penso al mare, alla voglia che ho di farmi una giornata in barca o sul gommone. Penso agli Amici, che sto vedendo solo in video. Penso al fatto che, probabilmente, questo clima di profonda meditazione, di ricerca interna di ognuno di noi, finirà troppo velocemente, così da perderci quello che di buono questa triste esperienza ci voleva lasciare. La natura trova sempre un modo per riprendersi quello che, noi uomini, pensiamo di possedere. Ci sono cose che ci dovrebbero far capire che noi siamo solo di passaggio, ma il clima, l’inquinamento, l’attenzione al nostro pianeta, sono eterni e vanno preservati. In poche settimane la natura ci ha costretto a ridurre l’emissioni e l’inquinamento è ai livelli più bassi da oltre cinquant’anni. Le azioni poste in essere? Sicuramente si poteva fare meglio in Italia. Sicuramente potevamo essere ancora più tempestivi nell’iniziare il lockdown. Io stesso ho sottovalutato la situazione all’inizio, pensando, che fosse solo l’esagerazione mediatica di un’influenza un pò più forte. Bene ha fatto, sempre secondo me, il nostro governo a prendere delle decisioni difficili e impopolari. Nessun primo ministro, a mia memoria, ha dovuto prendere decisioni così devastanti per l’economia, per le famiglie e per le aziende. Siamo però un esempio nel mondo, tanto che, il pazzo primo ministro inglese, oggi, ha chiuso tutto. Cospargendosi il capo di cenere ha dovuto cedere alla violenza di questo virus e capire che l’immunità di gregge, da lui paventata solo 10 giorni fa, era una enorme cazzata. Oggi segnalo che Filippo si è trasferito dalla sua mamma. Ho passato una bella settimana con lui, mi mancherà. Nel frattempo ci coccoliamo, insieme a Daniela, Andrea che sta passando questo isolamento comportandosi da vero angelo.

#iorestoacasa giorno 4 – diario di una pandemia –

unnamedMai nessuno avrebbe pensato che, la nostra generazione, dovesse contrastare un virus, una pandemia che rimarrà alla storia. Questa reclusione forzata da tanti spunti di riflessione, che spaziano dalle cavolate ai concetti più seri. Dona a tutti noi, intanto una consapevolezza: il valore della libertà. Uso i social network. Trovo sempre divertente la capacità e la genialità di scherzare su tutto. In questo momento ho visto tanti commenti, audio e filmati veramente divertenti. Forse ci sono sempre stati, ma io ho mai il tempo di leggerli. Sicuramente la cosa più pesante d’affrontare è essere lontano da mio figlio. Abbiamo limitato anche i suoi spostamenti e insieme a lui abbiamo deciso che starà, tra me e la madre, una settimana per uno continuativamente. Anche questa scelta, difficile e figlia della responsabilità che dobbiamo avere tutti in questi momenti. Mi piace la risposta degli italiani. Appena ci hanno spiegato quello che stavamo passando si sono stretti tutti e, salvo rare eccezioni, sono rimasti a casa. Non solo, chi ha dovuto mettersi a disposizione della collettività, lo ha fatto senza risparmiarsi. Penso a: medici, infermieri, trasportatori, postini, dipendenti della grande distribuzione e a tanti ci stanno mettendo del loro per far passare a tutti questo momento strano e al tempo stesso terribile. Non mi sono piaciuti invece tanti tra politici e giornalisti le informazioni che ci sono arrivate sono state a dir poco contrastanti. In tanti, tra di loro, sono stati provinciali e irresponsabili. Siamo passati da: è un influenza, non abbiate paura; a attenzione è il peggior virus degli ultimi 500 anni. Frasi dette dalle stesse persone a distanza di una settimana. Abbiamo avuto giornali che hanno IRRESPONSABILMENTE pubblicato le bozze dei decreti di allargamento della zona rossa a tutta la Lombardia, prima che il governo organizzasse delle procedure di contenimento alle stazioni e agli aeroporti, ottenendo il risultato che parecchi IRRESPONSABILI, hanno preferito prendere un treno o un aereo e uscire dalla Lombardia. Questo gesto sconsiderato sicuramente avrà delle conseguenze, ma se è vero che i responsabili sono tutti quelli che si sono spostati, è anche vero che chi ha provveduto a spargere le notizie solo per il gusto dello scoop ha, se possibile, maggiori responsabilità. Questi giorni a casa con la famiglia, sono duri. La mente viaggia e cerca di elaborare quelli che potranno essere i futuri scenari. Personalmente sono ottimista. Certo è che la spallata data alla nostra già fragile economia non sarà facile assorbirla, ma è anche vero che le economie si sostengono anche con le propensioni al consumo. Quello che ci sta capitando è molto simile ad uno scenario post bellico. Dopo ogni guerra c’è voglia (ma anche necessità) di ricostruire. In questi frangenti rimboccarsi le maniche è indispensabile. Non mi è piaciuto il comportamento dell’Europa. Noi siamo visti sempre come casinisti disorganizzati, ma invece questa volta abbiamo dimostrato: disciplina e ordine, anche nel prendere delle decisioni che, in molti, hanno difficoltà a prendere. Nazioni come Francia, Stati Uniti d’America, ma anche Gran Bretagna e Spagna, stanno rimandando decisioni che, anche osservando l’esperienza Italiana, avrebbero dovuto e potuto prendere per tempo. Mi è piaciuto molto una post di una donna Belga, che, da osservatrice esterna ha fatto un post molto carino, che la racconta lunga su come ci vedono all’estero e su che invidia hanno gli altri di noi:
“ L’ Italia è come quella tipa che ha più talento di tutti, è come quella che le altre se le mangia, perché è nata bella, più bella di tutte e le altre se le asfalta. L’ Italia è come quella più ingegnosa, che ha le mani di una fata, che si inventa mille cose, perché è piena di risorse. Sa discutere di storia, di mare, di montagne, sa di cibo, di buon vino, di dialetti, di pittori, di scultori, di scrittori, di eccellenze nella scienza, non c’è niente che non sa. E quando questa tipa bella e talentuosa inciampa e cade, la platea delle sfigate esulta. È la rabbia delle poverine ingelosite, quelle al buio, perché lei è comunque bella anche quando cade a terra. Ma l’Italia è una tipa con stivale tacco 12, ovviamente made in Italy, che nessuna sa portare meglio di lei… solo il tempo di rialzarsi.”

Noi nel frattempo a casa facciamo quello che si può fare. Stiamo in famiglia, guardiamo la tv, facciamo sport, lavoriamo anche se a ranghi ridotti, portiamo il cane fuori. Mi mancano gli Amici, quello si. Sicuramente è anche un momento per stare con noi stessi. Capire quante cosa abbiamo e che diamo per scontato. Forse questo disastro ci farà vedere, con occhi diversi, con occhi consapevoli, quello che succede, anche non lontanissimo da noi. Nonostante tutto siamo fortunati.

 

I miei auguri…

albero-di-NataleOgni anno, da qualche anno, il Natale è per me una ricorrenza “pesante”. Ho perso mia mamma il 24 di dicembre di qualche anno fa e questa cosa ha rovinato, e rovina, una festa che io amavo. Per amore di verità debbo confessare anche che: con l’arrivo di Andrea, la bravura di Daniela e la presenza di Filippo,  riesco a mediare la tristezza che provo. Ogni anno però, in questo periodo, emerge nella massa un attegiamento  ipocrita, camuffato da buonismo. E questa cosa, complice anche l’età che mi fa essere meno paziente, non mi va più di subirla. Non ho mai creduto che a Natale siamo tutti più buoni. Gli stronzi, gli arroganti i senz’anima, lo sono tutto l’anno, in particolare a Natale. Per cui io quest’anno ho deciso di fare una bella cosa: fare gli auguri a tutti semplicemente augurando, non quello che si desidera, ma quello che ognuno di noi merita. Sarebbe bello, a partire da me ovviamente, ricevere in base a quello che si è dato. Veramente però. Sin da bambini siamo stati abituati che, comunque, alla fine, anche se ci siamo comportati da schifo durante l’anno, poi Babbo Natale arriva per tutti. E invece no!! Non è giusto. Vedo troppa gente che meriterebbe di più e che non ottiene. Vedo troppe brave persone, quelle che meritano veramente, messe ai margini di una società sempre meno attenta ai principi, alle cose giuste. Ne ho più di qualcuna in mente. Mentre scrivo penso proprio a loro e mi auguro che questo Natale porti a loro, principalmente a loro, tutto quello che meritano, visto che la vita è stata particolarmente dura fino a oggi. E proprio nei momenti duri il Natale prende quel sapore malinconico, quasi triste. A loro proprio chiedo di tenere duro, perchè loro sono persone migliori, sono persone speciali, e questo alla lunga pagherà.

Tantissimi auguri di buon Natale a tutti…e ognuno di noi, possa trovare sotto  l’albero di Natale, niente di più e niente di meno, di quello che merita…

Alessandro

I nostri figli, re e regine senza regno.

IMG_6419Mi trovo ad interrogarmi spesso, ma soprattutto ultimamente se, come genitore, faccio bene o faccio male; se i miei comportamenti, il mio stile di vita, influenzi negativamente  o meno, la crescita dei miei figli. Se alcune regole che ci siamo imposti dentro casa siano effettivamente utili, o se siamo noi stessi vittime anche delle regole stesse. Tutto ciò in linea teorica è un bell’esercizio mentale e anche una bella e appassionata discussione con la mia compagna. Ma poi accadono delle cose. Accade che i tuoi figli subiscano le prime cocenti sconfitte e allora, dalla teoria siamo catapultati alla pratica. Da quel momento: leggi, cerchi notizie, t’informi, rendendoti conto che ogni giorno compiamo una marea d’errori. E quegli errori pesano come macigni, sulle spalle dei nostri figli. Ho letto questo interessantissimo post, che a sua volta riprende un post di una psicoterapeuta canadese di origini ucraine: Victoria Prooday. Il post, dal titolo: “ La tragedia silenziosa che sta colpendo i bambini di oggi “. Più leggo e più mi convinco che la chiave di tutto è la complessità della vita, o meglio, di come la vita si sia complicata da quando, a mia volta, io ero adolescente. Eppure sono passati “solo” 30 anni, ma se mi ci metto a pensare, mio figlio, ma anche mia figlia, fanno pochissime cose di quello che facevo io alla loro età. Forse la chiave di tutto è che noi cerchiamo di crescere dei re, o delle regine, ma purtroppo loro un regno non ce l’hanno. Ad un certo punto gli si presenta la vita dinanzi, senza veli, senza maschere e li fa capitolare inesorabilmente. Si è vero le sconfitte fanno crescere. Fanno crescere tutti, anche i nostri figli. Ma fa male capire, o anche solo pensare, che noi siamo complici di quelle sconfitte. I genitori dovrebbero forgiare i propri figli proprio per la vita, proprio per aiutarli a superare quelle sconfitte che, inesorabilmente, prima poi subiranno. Mio nonno materno diceva una cosa che mi ha sempre fatto riflettere. Nei miei momenti difficili, per farmi capire come proprio le difficoltà ci facciano crescere e ci migliorano, diceva: “…hai mai visto un Santo, diventare Santo quando la vita gli sorrideva?” I momenti difficili, la tristezza, la noia, fanno parte della vita e debbono far parte di noi. Non dobbiamo fornire delle scorciatoie sempre e comunque ai nostri figli, semplicemente perché poi, nella vita, loro cercheranno di trovarne una. Lo so a parole è semplice, ma poi nei fatti è molto più complicato. I fatti che ho dovuto affrontare in questi ultimi giorni però mi hanno aiutato tanto a riflettere. Crescendo i figli affrontano delle difficoltà delle quali noi genitori saremo spettatori impotenti. Da quel momento in poi potremo constatare cosa i nostri “bambini” cosa sono diventati. Di sicuro c’è che fare i genitori è un’impresa ardua.

Dammi il cinque papà!

img_3603Un gesto semplice che può scatenare mille pensieri. Mi sono trovato, soprattutto ultimamente, a condividere con Filippo una nostra passione: il basket. Da giovane, si, da giovane, era il mio sport. Si giocava in modo diverso, all’aperto, eravamo in pochi, ma mossi da una voglia pazzesca di praticarlo, di esserci. Nel mio cuore ci sono sempre i miei compagni di squadra, le trasferte con un fiat 232 beige, le “coca cole” dopo gli allenamenti con Mauro e Andrea, il nostro playground: “Capocroce”, le notti a vedere Magic, Kareem, Jordan, l’arrivo in Italia della riga del tiro da tre. Era un mondo diverso da quello che vivevano gran parte dei miei coetanei, nello sport tutto girava intorno al calcio. Mai avrei pensato però che questa passione sarebbe stata anche quella di mio figlio. Mai avrei pensato che, a quasi quarantasei anni, avrei potuto giocare insieme a Filippo. Il basket, anche oggi, è spettacolo puro. Andare a vedere una partita nei templi americani, ha appassionato anche Daniela, e ora a casa si tifa anche per squadre diverse: Filippo per i Toronto Raptors, Dany per i Golden State Warriors e io, nel cuore ho i Los Angeles Lakers, mentre se debbo dare retta allo spettacolo la mia preferenza va ai Cleveland Cavaliers di Lebron James. Ma in tutto ciò, la cosa di cui sempre meno posso fare a meno è il mercoledì sera con Filippo e il basket. Mi piace giocare con lui, ma ancora di più mi piace giocare insieme a lui. Ogni passaggio che gli faccio, ogni assist, ogni canestro, mi rende felice, orgoglioso. Giochiamo tardi il mercoledì, ma nessuno dei due ha voglia di rinunciarci. Ci arriviamo quasi sempre stanchissimi, ma per tutti e due sta diventando un momento nostro, difficile per chi non condivide questa passione, questo sport. Con l’arrivo della bella stagione poi, Cocciano, il nostro playground, sta diventando il luogo delle sfide contro all’ultimo sangue, con chi si trova li in quel momento. Non ne usciamo mai perdenti. In tutto questo susseguirsi di emozioni, un gesto apparentemente semplice, apparentemente scontato, mi rende inspiegabilmente felice: il cinque dopo un canestro. In cuor mio spero di potergli continuare a dare il cinque in campo, ancora per molto tempo. “I love this game”.

quasi un anno di Mamma…

11259930_10206668785530650_4065221891230620319_nIl 21 luglio, Andrea compirà un anno. E’ stato un anno tosto, difficile, come oramai un po’ tutti siamo costretti a vivere. La routine, il lavoro, la stanchezza, le preoccupazioni; ma anche la gioia, la soddisfazione, l’orgoglio di avere una famiglia come quella che ho io. E’ sempre difficile incasellare tutto, ma quando ci si riesce è uno spettacolo. Quelle risate, noi quattro, la sera intorno al tavolo, mi ripagano, e anzi mi rendono anche il resto. Mi ripagano di tutte le fatiche, i sacrifici che faccio, che facciamo. Mi piace il rapporto che Andrea e Filippo stanno costruendo insieme. Lui grande, quasi adulto in alcuni momenti, ma anche bimbo pronto a giocare e a ridere con la sorella. Lei già chiaramente padrona della situazione. Se lo gira come vuole, ma questo non solo a lui. Stravede per il fratello, ed è increIMG_3539 (1)dibile quello che una bambina che, ancora non sa parlare, ancora non cammina, che ancora non ha compiuto un anno, già sappia chiaramente distinguere i ruoli dentro un nucleo. Andrea sa perfettamente chi è il suo fratellone, chi è la sua Mamma, ma anche chi è il suo papà. E in questa distinzione di ruoli lei riesce a muoversi con un’agilità incredibile. Sono fiero della mia famiglia. Ma una famiglia non è niente, non è tale, se non c’è una Mamma. Tutte le donne possono essere mammIMG_3960e, ma le Mamme, quelle con la M maiuscola, lasciano il segno per tutta la vita. Un po’ come mia Mamma ha fatto con me e con Silvia. Nessuno t’insegna a fare questo duro mestiere. Ma l’importanza che riveste è talmente alta che, essere perfetti, è impossibile. Ovviamente questo vale anche per il papà, ma: “…la Mamma è sempre la mamma…“. Tu Daniela sei una Mamma. Sei una Mamma con mille attenzioni. Sei una Mamma disposta a fare sacrifici. Sei una Mamma che va avanti senza paura, mettendo al primo posto il benessere della propria figlia. Di nostra figlia. Sei una Mamma attenta. Sei una Mamma che sa piangere e ridere, ma soprattutto sa insegnare queste emozioni alla propria figlia. Sai, io ti osservo e penso di essere un uomo fortunato. Penso che mia figlia sia una bambina fortunata. Il motivo è molto semplice, da quasi un anno ha trovato una Mamma fantastica. Sono fiero della mia famiglia.

Il fascino di una banana spiaccicata.

bananeNell’ultimo giorno del 2015, ho scoperto che anche una banana schiacciata può avere il suo fascino. Daniela ha schiacciato tre fettine di banana, per darle a Andrea. Risultato? DIVORATE! La pediatra ci ha detto che la frutta schiacciata doveva aiutarci a farle apprendere l’arte della deglutizione. Non so se Andrea definisce la deglutizione un’arte, ma vi garantisco che vederla mangiare è come vedere un vecchio film di Fabrizi. Scherzi a parte, nella logica delle prime volte, un fatto così importante andava sicuramente citato e ricordato. La cosa che non mi spiegherò mai è come sia possibile che: una banana spiaccicata possa diventare così bella; un musetto, tutto sporco di frutta e bava, possa essere così affascinante; gli occhi di un fratello più grande, così pieni d’amore mentre la sorella di poco più di cinque mesi spernacchia in giro. L’amore è veramente una cosa complessa, bellissima, inspiegabile.