Sono sempre più convinto che la nostra nazionale di calcio rappresenta appieno come siamo nella vita. Noi Italiani siamo proprio così. Quando tutto sembra perduto, troviamo delle forze, delle risorse, che non sapevamo di avere. Ieri sera abbiamo visto una bellissima nazionale, un bellissimo calcio. Continuo a ritenere che gran parte del merito sia d’attribuire a Cesare Prandelli. Ha saputo creare un gruppo nuovo, dargli delle motivazioni, rendendolo vincente. Inutile fare un commento sulla partita di ieri: l’Italia è stata superiore, a tratti incontenibile, la Germania ha subito il nostro calcio, dal primo al novantesimo minuto. Lo dicevo da prima della partita di ieri: secondo me la Germania era sopravvalutata. Sicuramente una bella squadra, ma niente a che vedere con il Portogallo o la Spagna. Anche ieri sera abbiamo visto un centro campo Italiano sontuoso, con Pirlo, De Rossi e Montolivo, a dettare trame e geometrie, una difesa impenetrabile, magistralmente gestita dal Gigi nazionale, ed un attacco, che non è ancora il nostro punto forte. Balotelli si è bel comportato, ma il bilancio del suo europeo, a mio avviso, è ancora deficitario. Ha fatto due bei goals, ma si è fatto inutilmente ammonire per fare, ancora una volta, il bimbetto dispettoso. Un’ammonizione così, in una competizione come l’Europeo è da evitare assolutamente, in quanto rischia di far rimanere la squadra in 10. Un’altra nota negativa rimangono le tante occasioni sfumate. Continuiamo a produrre tanto, e a vanificare troppo. Ieri, a dir il vero, ci si sono messi anche i centrocampisti. Marchisio, che di solito è molto freddo davanti la porta, ha divorato due occasioni facilissime. Anche Di Natale, non è riuscito a mettere il marchio di qualità sulla sua prestazione. Nel complesso però siamo riusciti ad andare avanti. La rabbia di Buffon, alla fine della partita, va decodificata ed elaborata. Un giocatore come lui, messo sotto stress dai noti fatti delle scommesse (va detto che non è indagato), ha una reazione come quella, solo perché vuole portare a casa il risultato. Solo perché tiene a questo Europeo. Sono d’accordo con lui quando dice che non si può rischiare, come abbiamo fatto con l’Inghilterra, ed in parte ieri, di dominare la partita e prendere un goal sul finire. Ieri i tedeschi avrebbero potuto, del tutto immeritatamente, riaprire l’incontro. Sul due a due, noi saremmo crollati psicologicamente e tutto sarebbe stato difficile. Ma comunque godiamoci questa vittoria, godiamoci questo caldo week end che ci separa dalla finale, e speriamo di “matare” questi spagnoli. Grazie ragazzi, continuate a farci sognare.
Archivio mensile:giugno 2012
Mancava solo Nexus.
Stamattina, leggendo come di solito qualche notizia sul Web, mi sono accorto che Google ha presentato il suo tablet. All’apparenza un concentrato di tecnologia che si va a collocare in alto, come prestazioni, ed in basso come prezzo. Infatti, per la prima caratteristica potrebbe diventare un diretto concorrente dell’IPad, mentre per la seconda potrebbe attaccare quella nicchia di mercato degli Ereader economici, che vede il Kindle in poleposition. La mia curiosità per le novità tecnologiche è tale che ho letteralmente divorato l’articolo, ma non pago ne ho letto un altro, e poi un’altro ancora. Ma niente, nessuna novità. Ma possibile, mi chiedo, che gli ingenieri di Google, e prima ancora di Microsoft, perché anche quest’ultima ha da poco lanciato il suo tablet: Surface, non hanno capito che il vero successo di Apple si basa sull’innovazione. Il prodotto in se, alla fine, non conta. Quello che tutti noi abbiamo apprezzato in Steve Jobs, e nei prodotti che ha pensato, è stata la sua visione del mondo, della tecnologia. Tutti questi nuovi prodotti, salvo cretinate di appendice, non hanno nulla di nuovo, nulla d’innovativo. Possibile che la tecnologia, intesa come sviluppo d’idee per migliorare il nostro modo di: vivere, leggere, comunicare, non sforni più cose nuove. O forse bisognerà attendere i nuovi prodotti della mela, e tutti quanti poi correranno dietro a scopiazzare? Sinceramente da aziende con il blasone di: Google, o Microsoft, mi aspetto di più di un misero tentativo di rincorsa. Mi aspetto che ci facciano sognare, che ci migliorino la vita. Pensate a quello che ha detto Steve Jobs, e mettetelo in pratica: “stay foolish, stay hungry”. Ma come fanno ad essere folli e affamati, dei colletti bianchi miliardari? Tanto vale continuare a pagare tanto, forse troppo, un Iphone o un Ipad, almeno ci garantiremo quello sviluppo di design ed innovazione al quale Apple ci ha abituati. In un momento difficile come questo, di crisi come questo, le persone vogliono poter sognare cose nuove, vogliono potersi stupire con cose nuove, innovative, non basta solo far produrre cose già viste a buon prezzo.
Castro e le olimpiadi…
Carina la nuova campagna Edison che vede come volto, e non solo, quello di Castrogiovanni. Non essendo il rugby una disciplina olimpica, ma piena di significato, non solo sportivo, il nostro pilone si è cimentato in una simpatica campagna pubblicitaria incentrata sul: “vorrei ma non posso”. Posto alcuni video:
Castro vuole andare per forza alle Olimpiadi di Londra
con le ragazze della ginnastica
con le ragazze della pallavolo
Con i ragazzi della pallanuoto
Decisamente simpatica questa campagna, e complimenti: sia ai creativi di Edison, che alla simpatia di Castrogiovanni. Speriamo porti bene.
Italia Inghilterra, avanti così…
Ieri sono riuscito a vedere, per la seconda volta, una partita dell’Italia agli Europei. Debbo dire che mi sono molto divertito, forse per la prima volta, in questa competizione. Registro ancora l’imbattibilità che citavo la scorsa volta: quando vedo la Nazionale, non perde mai!!! La preparazione è stata di quelle serie. L’ho vista insieme a: Filippo, mio padre Daniele, Sara e il mitico Gabriele, in quel di Tor San Lorenzo. Della partita mi porto dietro principalmente tre cose: gli errori del sopravalutato Balotelli (quanto mi hanno fatto incazzare!!!), il rigore di Pirlo, e la serietà di Prandelli. Sul primo punto non voglio spendere ancora parole. Un giocatore, se veramente di livello, non sbaglia tutto quello che ha sbagliato lui, soprattutto in una competizione importante come l’Europeo. Su Pirlo, genio e sregolatezza. Una partita impeccabile del nostro registra che, insieme a De Rossi, è stato, a mio avviso, il migliore in campo, e poi quella botta alle coronarie. Quel cucchiaio che dai tempi del Totti nazionale non si vedeva più. Quando classe, follia e coraggio si fondono insieme, partoriscono quel rigore che ha dato la marcia in più ai nostri ragazzi. Era fondamentale segnarlo, e farlo in quel modo ha dato coraggio a noi, ed ha spezzato le gambe a loro. L’ultima cosa è la serietà di Prandelli. Non finirò mai di spendere parole sullo stile di quest’uomo. Era serio e professionale da giocatore, me lo ricordo grande lavoratore nel centro campo della Juve, lo è d’allenatore. La sua nazionale traccia delle geometrie belle ed efficaci, sintomo di un lavoro continuo e ben fatto. Bravo Cesare. Mi auguro giovedì di riuscire a:” buttare fuori la Germania dall’Euro”.
Mondiali di rugby 2011 il Re Maori riceve gli All Blacks
Sono innamorato della Nuova Zelanda. Mi piace tutto di questa nazione: la natura, il mare, la popolazione, il rugby, la vela, le loro radici. Non hanno nulla che non va. I neozelandesi, sono un popolo fiero e basa sulle usanze Maori, sul credo di quella antica popolazione, il loro modo di vivere. Non se ne vergognano, anzi ne vanno fieri, e fanno di tutto per difenderle. Hanno esportato il grido propiziatorio, che gli antichi guerrieri facevano, prima di andare in guerra: la Haka. Soprattutto nel rugby, è diventato il segno distintivo della Nazionale. Non sapevo che i Maori hanno ancora il loro re. Viene rispettato ed onorato come qualsiasi re, di rango non decaduto, esistente sulla terra. Questo uomo è il depositario di usanze che sopravvivono da millenni. Un bellissimo gesto di rispetto gli e lo hanno riservato proprio i giocatori della nazionale Neozelandese di rugby – gli All Blacks – durante la loro visita prima d’iniziare i mondiali del 2011, che poi hanno vinto. Gustatene un assaggio:
Sono sempre più convinto che queste due isole, nel bel mezzo dell’oceano, siano un posto da visitare in uno dei miei prossimi viaggi. Ma la mia paura più grande sarebbe quella di scoprire che forse è il posto migliore dove vivere. Purtroppo è molto difficile (impossibile) ottenere la cittadinanza.
Bombardamenti a colpi di bit.
Stavo leggendo i miei soliti quotidiani online, quando gli occhi, e l’attenzione sono andati su questo interessante articolo, che pubblico integralmente, tratto dal Daily Wired. Sembra che i creatori del virus Flame siano enti governativi Americani e Israeliani. La curiosità, sta nel fatto che questo virus si è espanso ed è proliferato solo su computer: israeliani, palestinesi, libanesi, siriani e sudanesi. Era già successo qualche anno fa che un virus era stato capace di sabotare i sistemi di alcune centrali nucleari iraniane. Posto l’interessante articolo:
“Dietro a Flame, il potente virus informatico che si è insinuato in almeno un migliaio di computer iraniani, palestinesi, libanesi, siriani e sudanesi e scoperto lo scorso mese, ci sarebbero Usa e Israele. Proprio come dietro al famigerato Stuxnet, utilizzato per sabotare le centrali nucleari iraniane tra il 2009 e il 2010. A dare la notizia è il Washington Post, che ha ottenuto le dichiarazioni anonime di alte cariche statunitensi. Anche l’obiettivo è lo stesso del precedente worm: raccogliere informazioni per rallentare l’ Iran nella messa a punto del suo arsenale di armi nucleari. La notizia non giunge inaspettata. Come riporta Wired.com, già la scorsa settimana l’azienda russa di sicurezza informatica Kaspersky Lab, la stessa che ha individuato il virus, ha scoperto che Flame e Stuxnet condividono parte del codice ( qui i dettagli). Il nuovo worm sarebbe stato sviluppato almeno cinque anni fa all’interno del progetto soprannominato Olympic Games. Esattamente come Stuxnet, quindi, e non è escluso che Flame ne sia persino il precursore. Entrambi i virus farebbero parte di un solo grande piano, come avrebbe confermato anche un ex alto funzionario della Cia. “ Mettendo insieme i vari pezzi del puzzle raccolti finora, si direbbe che ci troviamo di fronte alla prima prolungata campagna di cyber-sabotaggio contro un nemico degli Stati Uniti”, scrive infatti il Washington Post. Le fonti ufficiali – i portavoce dell’Intelligence, dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale statunitense e l’ambasciata israeliana – per ora si trincerano dietro a un “ no comment”. Come abbiamo già raccontato, una volta installato nel computer, Flame è in grado di controllare microfoni, webcam e sistemi Bluetooth per raccogliere informazioni sull’ambiente della vittima, e di fotografare tutto quello che avviene nel pc: contatti, comunicazioni via instant-messaging, Skype e posta elettronica, password e username. Invade network e si trasmette anche via chiavette Usb. Si tratta, secondo gli esperti di Kaspersky Lab e di altre aziende di sicurezza informatica, di un wormaltamente sofisticato, di circa 20 Megabyte, mascherato da software Microsoft. Ed è improbabile che l’Iran abbia già trovato il modo di neutralizzarlo, come aveva dichiarato già alla fine di maggio. Non è neanche ancora chiaro se Flame sia davvero lo stesso virus usato nell’ attacco informatico ai networkdelle raffinerie del petrolio iraniane di fine aprile.”
La mia prima partita dell’Europeo…
Ieri sono riuscito a vedere la prima partita dell’Europeo di calcio 2012. Le scorse partite, un po’ per impegni, un po’ perché non mi andava, non sono riuscito a vederle. Senza sottolineare il fatto che, dalla stagione 2011 – 2012 di calcio, ogni partita che ho visto: sia della Juventus, che della Nazionale abbiamo sempre vinto, una bella vittoria ci voleva proprio. Visto tutti i sacrifici che stiamo facendo ce la meritiamo proprio. Per motivi logistici ho visto la partita in una pizzeria in zona Balduina, con Daniela, e la serata è stata molto piacevole, ma la riflessione che ho fatto è la seguente: ma è mai possibile che dobbiamo sopportare Mario Balotelli??? Un giocatore a mio avviso modesto, o comunque non così forte da essere considerato quel fenomeno che tutti osannano, ha avuto a che dire di nuovo. Destinatario delle male parole, per altro pronunciate in inglese, era Cesare Prandelli che, dopo due partite incolore, ha deciso di lasciarlo in panchina. Ora il nostro tecnico, che, al di la delle sue doti tecniche, è certamente una persona seria e preparata. Sarò sicuramente una voce contro, ma non ci riesco proprio a vederci proprio nulla di male. Ritengo anzi la decisione giusta, anche perché a sostituirlo c’era Totò Di Natale che non solo è il capocannoniere del campionato italiano, ma è anche un esempio di professionalità e disciplina. Da Italiano incazzato già di mio, visto il momento di merda che stiamo vivendo, quel viziato che si lamenta, prende milioni di euro ogni anno, sfascia case come se fossero costruite con i Lego, va a escort, non ha mai fatto un cavolo in vita sua, ed ha il coraggio di dire parolacce in anglosassone ad una persona seria e che, ha dato le dimissioni da CT della Roma per stare vicino alla moglie morente malata di cancro. Questo bambino viziato, dovrebbe imparare dai veri campioni. Campioni nella vita e nello sport. Da persone, come: Del Piero, Torres, dallo stesso Prandelli che, specialmente in Nazionale, hanno accettato la panchina senza lamentarsi, anzi sostenendo i compagni che andavano in campo. Se potessi scrivere direttamente a Balotelli, gli chiederei se i cori, presunti, razzisti, che ovviamente condanno e aborro, erano riferiti al colore della sua pelle o piuttosto alla sua atavica antipatia. Su quest’ultima specialità, quella di rendersi antipatico a tutto e a tutti, è veramente un campione, sicuramente il numero uno. Se io faccio male il mio lavoro, il management della mia azienda mi sostituisce, non vedo perché se lui gioca da schifo, due partite dell’Europeo, non lo deve essere. Caro Mario, forse nella tua vita sei stato abituato a battere i piedi, a piagnucolare ed ottenere quello che volevi. Forse, fino a oggi, per quale strano motivo, sei stato il destinatario di doti calcistiche apprezzabili ma che ti hanno portato a essere l’eterno incompiuto a causa del tuo modo di essere, a dir poco, opinabile, pensa a chi, privo di tutto quello che te invece hai, non può fare i capricci che te fai. Pensa a fare bene il tuo lavoro, e soprattutto a rispettare ed onorare quella maglia che indossi. Aver fatto un goal, per altro non fondamentale, non cancella le tue opache prestazioni precendenti. La gioventù passa, e te, se non cambi testa in fretta, sarai destinato a finire nel dimenticatoio, e non per il colore della tua pelle. Pensaci caro Mario, pensaci.
La Magnalonga…
Ieri si è svolta, come di consueto, la dodicesima edizione della “Magnalonga” a Rocca di Papa. Questa manifestazione, organizzata con il patrocinio del Comune, ha l’intento di coniugare una sana camminata all’aria aperta, ad un’altrettanta sana mangiata. Si è partiti alle 8.30 dalla piazza di Rocca di Papa, ovviamente dopo aver fatto una lauta colazione. Ci siamo letteralmente arrampicati, come stambecchi, tra i vicoli irti di Rocca di Papa. Gli scenari sono sempre suggestivi, anche per chi come me la conosceva molto bene. Eravamo un bel gruppetto di amici, e tra noi c’erano anche le mie due nipoti: Benedetta e Maria Chiara. Moltissimi i bambini, alcuni anche sui passeggini. Il caldo e il sole non si sono fatti attendere e già verso le nove e mezzo, ancora tra i “vicoletti”, eravamo tutti accaldati. Arrivati ai Campi di Annibale mi sembrava di aver camminato una vita, e invece eravamo appena all’inizio. La via Sacra, ha piegato parecchie gambe. Ma gli scorci che abbiamo potuto osservare valevano ogni goccia di sudore. Questa via, che deve questo nome mistico al tempio romano di Giove Laziale che si trovava vicino alla vetta del Monte Cavo, possiede ancora quell’antico fascino. Mi è venuto in mente quanto poteva essere bella la cerimonia che, ogni anno portava sulle pendici di quei monti, Imperatori e Patrizi romani per festeggiare quel Dio così potente. Questa usanza ebbe fine con la costruzione, a Roma, del tempio di Giove Capitolino, sul Campidoglio. Certamente la vista sui due laghi: d’Albano e di Nemi, è d’annoverare tra le bellezze della giornata. Arrivati in cima a Monte Cavo, abbiamo proseguito in direzione Pratoni del Vivaro, e la vista sembrava quella degli altipiani trentini. Ovviamente i sentieri sono organizzati malissimo, ed infatti tutto il gruppo ha dovuto fare dietro front, dopo un errore delle guide. La merenda mattutina, a base di pizza e succo di frutta, è stata una specie di benedizione. Bambini, e non solo, hanno molto apprezzato quella ricreazione così particolare vissuta tra alberi e prati. Altre due ore di cammino ci hanno poi portato ad un’area attrezzata verso via dei Laghi, in prossimità di Nemi. Un bel prato, molti alberi e molti tavoli, hanno potuto ospitare e rifocillare tutti i “maratoneti”. Il gadget che la mattina l’organizzazione aveva fornito ad ogni partecipante è stato un plaid.
L’occasione buona per stenderlo sul prato era arrivata. Il pranzo è stato a base di lasagne, porchetta, salsicce, sformati di patate, tutto condito da del buon vino. Il pasto dell’atleta dire. Dopo pranzo, non solo per me, è arrivato Morfeo a farci visita, e tra le sue braccia, mi ha traghettato in quel limbo che esiste tra: il non essere svegli, e il non ancora dormire. Dove i rumori intorno a te sono ovattati e assapori quel primo sonno che quando finisce ti lascia riposato. Finito lo stato onirico appena descritto, il tempo di due chiacchiere, qualche risata ed è già tempo della “merenda pomeridiana”. Un succo, un biscotto, e ci siamo preparati per fare ritorno a casa. L’unica nota negativa della giornata: la tantissima polvere durante il cammino (la foto con i nostri piedi lo possono testimoniare). E’ sbalorditivo quanto abbiamo perso il contatto con la natura. Una cosa così semplice, una giornata passata in quel paradiso, che sono le nostre colline, è quello che ci vuole per rimetterti al mondo. Peccato che, troppo spesso, ce ne dimentichiamo.
Bellissima questa foto, a chi dice che il rugby non è uno sport per tutte l’età!!!
Mica male per essere uno sport minore.
Oltre quindicimila biglietti giá venduti in meno di due settimane dall’apertura della campagna di vendita, con un’altissima percentuale di abbonamenti sottoscritti per assistere ai quattro grandi appuntamenti che vedranno la Nazionale Italiana Rugby impegnata allo Stadio Olimpico di Roma tra novembre 2012 e marzo 2013 per il Cariparma Test Match contro gli All Blacks campioni del mondo e la quattordicesima edizione dell’RBS 6 Nazioni.
Dall’apertura della biglietteria è questo il primo, importante traguardo raggiunto da FIR con l’Olimpico che si conferma cuore pulsante della passione italiana per il rugby.
La speciale campagna abbonamenti “All Blacks+Sei Nazioni”, rivolta in particolare a favorire la presenza di giovani e famiglie, proseguirá sino al 15 ottobre e darà diritto a ricevere gratuitamente a casa la fidelity card Azzurro XV, la tessera di appartenenza alla comunità dei tifosi dell’Italrugby che regala privilegi esclusivi, a tutti coloro che si abboneranno via internet (www.listicket.it
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