Torino si, Roma no.

Roma_Olimpiadi-LogoQuesta è una cosa che a me fa impazzire. Mi piace lo sport e penso che le olimpiadi ne siano la massima espressione. Le Olimpiadi sono è la prova che c’è qualcosa di buono nel mondo. Dentro un’olimpiade ci sono storie, ci sono fatiche, ci sono sogni, c’è una concentrazione di tutto quanto, chi è appassionato di sport, possa desiderare. Si passa dal tennis all’atletica; dal calcio al basket; dal nuoto alla scherma. In poca distanza si concentrano una quantità di atleti incredibile. Poi c’è quello che viene chiamato lo spirito Olimpico. Una percezione intangibile ma che si respira nell’aria. L’ho potuta annusare a Torino, nel corso delle Olimpiadi invernali del 2006. Ognuno di noi ha un ricordo Olimpico. Il mio è l’oro Olimpico di Alberto Cova a Los Angeles, nel 1984. Quell’Olimpiade l’ho vista quasi tutta con mio zio Luciano. Intorno all’organizzazione di un’Olimpiade ovviamente girano: soldi, affari, corruzione. A Roma abbiamo avuto la possibilità di poter ospitare le Olimpiadi del 2024. Nulla di scontato, ma, con buona probabilità avremmo potuto spuntarla contro altrettanto agguerrite città ospitanti. Questo avrebbe comportato un miglioramento degli impianti sportivi, quasi tutti vetusti; un ammodernamento di strade, arterie e mezzi pubblici, che avrebbero dovuto facilitare i collegamenti con gli impianti che avrebbero ospitato gli eventi; un indiscutibile indotto economico, mosso dal turismo sportivo e non solo. L’attuale amministrazione comunale ha preferito non partecipare. La motivazione? Troppi soldi avrebbero generato corruzione e malaffare. A me è sembrato da subito una stupidaggine pazzesca. Di politica, si sa, ci capisco poco; di economia, ancora meno, ma vedermi sfumare sotto gli occhi la possibilità di gustarmi qualche bella partita di basket con parecchi giocatori provenienti dalla NBA, mi ha urtato. Ha infastidito anche Filippo al quale ho faticato tanto a spiegare il perchè Roma si sia ritirata. C’ho messo un pò, ma alla fine me ne sono fatto una ragione. Il paese nel frattempo si è spaccato in due grosse scuole di pensiero: quella che asseriva che sarebbe stato giusto farli; quella che ritiene che hanno fatto bene a non farli fare. Non si è ancora spento l’eco di quella declinazione, che, notizia di qualche giorno fa, Torino candidata alle olimpiadi invernali del 2026. Amministrazione guidata dallo stesso movimento politico, decisione diametralmente opposta. A Roma non si sono fatte, a Torino, sembrerebbe essere, una grossa opportunità. Ovviamente ho le mie idee e penso che chi si candida a governare: un paese, una città, una nazione o l’universo, debba essere in grado di farlo. Non si possono buttare nel cestino, per non dire un altro posto, opportunità di crescita e di sviluppo perchè non ci si sente in grado di gestire un processo, anche se complicato, come quello dell’organizzazione di un’olimpiade. Ma di due l’uno: o era giusto che Roma partecipasse all’assegnazione della sede per il 2024, oppure è sbagliato che Torino si candi per le olimpiadi invernali del 2026. Un pò di coerenza non guasterebbe. So già però che anche questa sarà una domanda senza risposta.

Il rispetto delle istituzioni, dovrebbe partire dalle istituzioni stesse.

Cassaro-Torino-675In questi giorni si fa un gran parlare dell’insegnante che a Torino, in una manifestazione antifascista, ha insultato pesantemente le forze dell’ordine schierate, anche a sua tutela, augurando anche la morte a quei ragazzi. La mia posizione è chiara e mi piace subito chiarirla, sono contro persone che urlano e minacciano, siano essi di destra o di sinistra. Non è una questione di schieramento politico. La domanda che mi sono posto in questi giorni è se avessi avuto questa maestra, insegnate dei miei figli, cosa avrei fatto? Sicuramente sarei stato molto preoccupato che la stessa portasse in aula la politica, la sua parte politica. E questo non perchè sia d’accordo o meno sulla sua ideologia, ma perchè un alunno, un adolescente, deve poter essere messo in condizione di avere una visione delle cose non parzializzata, non politicamente preconcetta. Proprio per questo motivo ho pensato che non l’avrei voluta come insegnante dei miei figli. L’altro pensiero che ho avuto è quale senso dell’istituzione può avere una persona che, pur facendone parte, arriva ad augurare di morire ad un altro appartenente della stessa istituzione. Ho sempre cercato di spiegare ai miei figli che, un insegnante o un poliziotto, nel pieno delle sue funzioni sono figure da rispettare; sono persone che hanno l’alto compito di tutelare e far crescere la nostra nazione. Come si fa ad avere un insegnante che non rispetta un’altra carica dello stato? Come può lei stessa poi chiedere il rispetto dovuto ai suoi alunni, se l’insegnamento che da, dai suoi comportamenti, è non rispettare il prossimo. Non rispettare gli uomini delle forze dell’ordine? La domanda che poi mi sono posto, forse quella più importante: è giusto che questa insegnante continui a fare il suo lavoro? Per me: no! Anche e soprattutto per le dichiarazioni fatte dopo, in una telefonata che hanno trasmesso su SKYTG24, nella quale le chiedevano se fosse pentita per le parole pronunciate. La risposta , a mio avviso, assurda è stata: “no!” Aggiungendo che: “lei in quelle occasioni può di sentirsi se stessa”, aggravando, se possibile, la sua posizione. Una denuncia che sento fare molto spesso a queste nostre giovani generazioni, è l’assenza di rispetto, soprattutto nei confronti di chi svolge con serietà e umiltà, compiti all’interno degli apparati statali. Forse una risposta a questa deriva può essere una maggiore attenzione a chi mettiamo in ruoli chiave, come quello dell’insegnamento. Mi dispiace signora Fedeli, mi rivolgo proprio a lei, ma per me non è adatta a fare l’insegnante. Con questo non dico che lei non possa prendere parte a una manifestazione o che non possa dichiarare di essere antifascista, è un suo diritto democratico, ma quelle esternazioni la pongono in una fascia estrema che io odio e combatto. Lei ha fatto una scelta chiara, partecipare a una manifestazione, e fin qui nulla di male, e esternare: odio e disprezzo verso chi stava svolgendo il proprio lavoro. Ha fatto una scelta davanti a telecamere e macchine fotografiche che la riprendevano, e di questo non mi sembrava affatto imbarazzata, anzi. Un pensiero, una domanda mi piacerebbe fargliela: immaginiamo a cosa sarebbe successo se, un uomo delle forze dell’ordine, un uomo a cui lei ha augurato miglior vita, l’avesse minacciato di morte un’insegnante come lei. Quell’uomo sarebbe degno di continuare ad indossare la divisa?

I numeri della Juventus.

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Striscioni Ignobili

Articolo TorinoLo dico da Juventino, lo dico da sportivo: a me quegli striscioni esposti nel derby non sono andati proprio giù. Cosa centra andarsela a riprendere con i morti. Cosa centra rimettere in mezzo il dolore di tante persone, di una nazione intera, rimettere in mezzo una tragedia come quella di Superga per fare il tifo alla propria squadra. Bene ha fatto la dirigenza della Juvve, a prendere le distanze. Purtroppo il tifo negli stadi è uno spaccato della nostra società. Chi ha ordito una stupidaggine del genere, lo ha fatto solo per avere un po’ di pubblicità sui mass media. Lo ha fatto solo per poter dire: quello striscione era il mio. Sta di fatto che in quell’incidente morirono tanti campioni, tanti uomini che hanno lasciato figli e mogli e mamme e padri, e vanno solo ricordati e onorati. Quel Torino, se veramente vogliamo parlare di sport, ha fatto grande l’Italia in Europa. Dobbiamo sempre ricordare che non siamo tutti uguali. Ritengo che, la stragrande maggioranza del tifo juventino non ha apprezzato quegli striscioni. Ritengo che la stragrande maggioranza dei tifosi, in tutta Italia, è stanca delle prodezze di pochi imbecilli. E’ ora che iniziamo a dirlo.

Osvaldo, un’altra scommessa.

Pablo OsvaldoPablo Osvaldo, classe 1986, carattere difficile e talento cristallino. Questa è la definizione che ne do, e che ne davo anche quando militava alla Roma. Prima dell’arrivo di Tevez e Llorente, era l’attaccante che mi sarebbe piaciuto avere alla Juventus. Ora è arrivato. E’ ovvio che ho mille dubbi in proposito. Nella Premier League non si è mai ambientato, e per un giocatore che vuole fare il mondiale brasiliano, non è certo il massimo. Di certo c’è che ha un pessimo carattere, e non è uno che unisce lo spogliatoio. A Roma, dopo un arrivo a suon di colpi di classe e goal, non ha lasciato il segno. I compagni, a poco a poco, lo hanno messo ai margini del gruppo, e lui è stato costretto ad andare via, con estrema gioia di chi ha aveva in mano la cassa dei giallo-rossi. Al Southampton, è stato subito etichettato come capriccioso ed irritabile e gli inglesi, rigidi, ed amanti della gerarchia, non lo hanno mai fatto sentire a proprio agio. Ora arriva a Torino, con una formula finanziaria che a me piace, soprattutto per uno con il suo “caratteraccio”: prestito con diritto di riscatto fissato. Da febbraio a giugno, l’attaccante italo-argentino, dovrà dimostrare un sacco di cose. La prima che è maturato: come uomo e come calciatore; la seconda che Prandelli non potrà fare a meno di lui; la terza, che può convivere in uno spogliatoio; e la quarta, ma questa vale soprattutto per se stesso, che può essere un giocatore determinante e sul quale una società possa fare degli investimenti di lungo periodo. Se manterrà queste promesse, a giugno, verrà certamente riscattato, ed avremo un altro talento puro a Torino. Reputo che la Juventus, ed: il suo ambiente, la sua società, il suo stile, possa essere d’aiuto a questo ragazzo, ed il talento di Osvaldo potrà essere di certo uno spunto in più per la Juve.

Week end nelle Langhe.

Week end PiemonteseE’ un altro di quei periodi pieni, pienissimi. Uno di quei periodi nel quale non riesco a recuperare, ma non posso dire che sia un brutto periodo. Riesco a fare poche cose, ma ho l’impressione che la direzione sia quella giusta. Le giornate sono sempre troppo piene, e non riesco neanche più a scrivere. Arrivo al week end che ho voglia solo di starmene a casa, e godermi un pò di sana intimità con mio figlio, con Daniela. L’ultima settimana poi è stata particolarmente stressante e sempre in bilico. Con Daniela, da tempo, avevamo deciso di andare a trovare due nostri amici: Giovanna e Paolo a Torino. Fino all’ultimo non sapevamo se riuscivamo a partire, ma entrambi lo volevamo fortemente. Non siamo riusciti a fare vacanze quest’anno e questo week end lo aspettavamo, come si aspetta l’ossigeno alla fine di una lunga apnea. Entrambi avevamo, ed abbiamo ancora, di staccare un po’. E’ venuto fuori un  bellissimo fine settimana. Siamo stati ospitati da Giovanna e Paolo, nella loro casa nuova. C’è molto di loro in quella casa. E’ molto calda, accogliente, e l’arredamento è di buon gusto. E’ tutto molto ordinato e ospitale, come sono ordinati e ospitali loro, ma si vede che, tutte e due, si stanno esprimendo in quella casa. Ci sono i colori che piacciono a Giovanna, ma c’è anche la musica di Paolo e la sua lavanda nel vaso antico. Ci sono entrambi in quella casa. Sono stati con noi dei padroni di casa impeccabili. La prima sera, dopo un piccolo inconveniente alla macchina di Maura, che ci ha raggiunto da Milano, siamo andati in un locale a La Morra. Un paese nelle Lanhe. Era già notte e non abbiamo potuto ammirare ciò che ci circondava. Suonavano due chitarristi amici di Paolo, molto molto bravi. La serata è volata: chiacchiere, musica, cibo, e vino, tutto di qualità. Abbiamo dormito fino a tardi la mattina seguente. Fare colazione tutti insieme è stato bello e mi ha ricordato il week end dell’estate scorsa, passato in barca tutti insieme. Pranzo a casa, dopo aver fatto spesa,  poi passeggiata per Torino. E’una città che conosco molto bene, ma riesce sempre a stupirmi. E’ bella, ordinata, e vederla incastonata da monti innevati, quasi a giugno, dava una bella sensazione. La sera Maura ci ha salutato ed è tornata a Milano. Si è persa un giorno seguente veramente unico. Anche domenica la sveglia è stata comoda, e dopo una bella colazione siamo tornati nelle Langhe. Il sole, il cielo azzurro davano una luce che abbracciava il verde dei noccioli e dei vigneti. Fermarsi in quei paesini ad osservare le colline coltivate è stato uno spettacolo che, sembrerà esagerato, definirei toccante. Per pranzo, Paolo, ci ha riservato una sorpresa: il golf club a Monforte d’Alba ( golfmonforte.it ). Un posto d’incanto tra prati e vigneti che rendono unico questo posto. Bellissimo pranzo: ottima la qualità ed il trattamento, e Candido's angelpoi tutti sul campo pratica. Si, abbiamo provato a giocare a golf. Abbiamo avuto un maestro d’eccezione, Candido Besso, che ha voluto passare un’ora con noi. Si è dedicato a Daniela e Giovanna, ed ha trasmesso loro il suo amore per questo sport. Paolo ed io abbiamo sparato un bel pò di palle nel campo pratica, ed ha anche provato ad insegnarmi qualcosa. Il tempo è volato via così in fretta che, Paolo, ha dovuto spingere sull’accelleratore per arrivare all’aeroporto in tempo. Peccato che poi il nostro l’aereo ha tardato quasi due ore. Di questo week end mi porterò dentro: quei posti splendidi, il vino (specialmente il Nebbiolo), il battesimo del golf, e le due splendide persone che ho avuto modo di conoscere meglio: Giovanna e Paolo. Daniela, sempre di più è una conferma. La mia conferma.