L’assenza.

Dove sei. Ti cerco, ti chiamo, ma Te non rispondi. E’ dalla vigilia di Natale che non mi dici più nulla. Ti ho forse fato qualcosa? Non puoi pensare di essere il riferimento, la guida, di qualcuno e poi sparire così, da un giorno all’altro. Ho tante cose da dirti, ho tanti consigli da chiederti. Per colpa tua ho una rabbia dentro che non riesco a far affievolire. Dopo che te ne sei andata, ho pensato che con il tempo tutto sarebbe migliorato, ma niente. Sei un’assenza troppo ingombrante, nella stessa misura in cui eri discreta quando eri qui. Il tuo non esserci riempie tutti gli spazi, ogni minuto della mia vita. Questi 8 mesi, o poco più, sono trascorsi lenti inesorabili. A volte ti vedo, accucciata sul pavimento di marmo, dove una volta c’era il corridoio, e io sono sulle tue spalle. Facevamo il cavallino ricordi? Poi mi giro e te sei li. Tieni la testa a Nonna Caterina. Quanto è magra, quanto ti somiglia. Ora sei seduta con Filippo, sul parquet di casa, nel salone, ricordi? Stai giocando con le costruzioni. Quanto gli manchi a questo bimbo. Le costruzioni rimangono uno dei suoi giochi preferiti ancora oggi. E a te sembra giusto fare questo gioco? E’ stupido! Non puoi sparire così. Ti ricordi quante discussioni? Quanto mi facevi arrabbiare! Dovevi sempre dire l’ultima, ed era sempre diversa dalla mia. Ma quanto darei per darti ragione. Almeno una volta. Anche perchè molto spesso avevi ragione sul serio. Una sola volta, darei la mia vita per riaverti qui a cena una sera. Ricordi quante cenette io e te, mentre papà se ne andava sempre al solito posto? Non ne facevo neanche una giusta secondo te, ma eri sempre li a spronarmi. Eri la mia più grande detrattrice e la mia più grande tifosa. Troppo tardi ho capito che quelle tue critiche erano solo per far uscire il meglio di me. Te mi hai regalato un patrimonio di capacità, e volevi solo che togliessi il freno a mano. Volevi solo che non mi accontentassi delle mediocrità. Qui non è finito il tuo lavoro. Te ne sei andata senza neanche vedere i miei geranei. Sono bellissimi. Colorati e vari, come piacciono a te. Certo non sono belli come i tuoi, ma è un buon inizio. Sono diventato proprio bravo a fare le lavatrici. Ancora non stiro, ma penso che non lo farò mai. Daniele è sempre stato più bravo di me a farlo. Ma Daniele è più bravo di me a fare molte cose. Benedetta cresce e gli manchi. Perchè non torni? Maria Chiara è ancora più bella. Si avvicina sempre di più all’adolescenza. A Silvia servirà il tuo aiuto quando ci arriverà, quell’età per una bambina è particolare. Quanto ti assomiglia Silvia. Non fisicamente, è sempre di più – tutto – papà, ma si muove come te. Riesce ad organizzare tutto ed apparentemente è forte. Come può essere forte un albero di fronte all’uragano più grande. Perché il fatto che te ne sei andata è come quell’uragano. Si può essere forti con tutto e tutti, ma poi arriva quell’assenza che ti annienta. Angelino va come un treno. Corre sempre e mangia da far paura, ma non ingrassa. A Filippo, gli manchi. Gli manca la nonna, quella che ha voluto salutare dalla finestra a Tor Vergata, ricordi? Ti sei sistemata i capelli, hai preso il telefono per parlare con lui (era troppo lontano e te troppo debole) e dalla finestra lo guardavi, e parlavi con lui. Cresce mamma, sta crescendo bello come il sole. Ha tanta voglia di vivere e ho l’impressione di non essere abbastanza per lui. Abbastanza forte, abbastanza bravo, abbastanza papà. Dopo che te ne sei andata mi sembra che passo troppo poco tempo con lui, troppo poco tempo per lui. Vorrei essere la metà di quello che te sei stata con me. Sarei il miglior padre del mondo. Altre volte mi sembra di vederti al mio fianco, sul divano, come se partecipassi ai miei pensieri, senza renderti conto di esserne parte. La parte più grande. Tutto si sarebbe potuto risolvere quando sapevo dove chiamarti, dove cercarti. Te c’eri. Ora è tutto più difficile. Le salite sono più ripide, le discese burroni. Papà fa finta che non è cambiato nulla, ma te gli manchi. Non ha mai saputo dimostrartelo, ma senza di te non è nulla. Fa finta di essere impegnato, ma gira a vuoto. Anche Daniela vorrebbe condividere con te delle cose. Sai è una ragazza fantastica, per certi versi vi somigliate. Non sto qui a dirti quali, ma vi somigliate. Vorrebbe parlarti ancora, come quella mattina che sei venuta a prenderti il caffè. Lei ti conosce da quello che gli racconto io, da quello che gli racconta la gente che ti conosce, ma non è la stessa cosa. Lei vorrebbe parlarti. Sai Daniela è un pò lenta, ma quando inizia a darti, non la finisce più. E’ come te. Ti sei lamentata con Silvia che non vengo mai a trovarti. E te? Ti ricordi quel week end a Pavia? Te, Filippo e me. Che bel week end. Quello che doveva essere un viaggio per andare a consultare un medico, un luminare, si è trasformata nella vacanza insieme, che non facevamo più da troppo tempo. Quel dottore ha detto che voleva darti una qualità della vita migliore. Perché non gli hai dato il tempo di farti aiutare? Con te, è andato via un pezzo di me. Se non torni, non potrò essere più lo stesso. Torna, non albergare solo nei miei pensieri, accompagnami almeno nei miei sogni. Non può esserci un posto dove te possa resistere, lontano da tutti noi. Sei proprio un’egoista, o forse lo sono io. Forse sei solo stanca, stai riposando. Mentre aspetto che torni, al mare, uso il tuo accappatoio. Asciuga da schifo e non ha il cappuccio, ma almeno quello mi fa sentire vicino a te. Ti prometto che se torni sarai come una regina. Ci sarò io a vegliare su di te. Non dovrai più stancarti, non dovrai più correre per tutti. Riposa mamma, se ne hai bisogno riposa, ma appena puoi torna, torna presto, tutti noi ti aspettiamo.

8 pensieri su “L’assenza.

  1. Sei un disgrazioato Fratello!!!Sto piangendo come una fontana…comunque quello che scrivi lo penso anch’io!!!Ti voglio un bene infinito e non ti cambierei con nessun fratello al mondo… apri il tuo cuore perchè lei è dentro di te, nei tuoi gesti,nei tuoi pensieri.

    Silvia

  2. Ho avuto l’onore di conoscere tutta la tua famiglia e Loreta rappresentava come solo una mamma sa fare, il fulcro di tutto. L’ho capito subito sin dal giorno in cui ti s’incendiò il bagno di casa (ricordi che avventura? 😁 Dio mio ancora rido ma quel giorno che strizza). Ti capisco e comprendo. A me è morto un padre e so che un papà non è e non sarà mai una madre. Già, l’assenza. La si subisce e soffre e non ci sono parole da scrivere per allontanarla. Ti posso dire una cosa che è capitata a me. Piano piano del tuo caro defunto rimarranno solo i bei ricordi. Io mio padre lo ricordo così: sorridente e anche se vado pochissimo al cimitero lo sento ogni giorno vicino. Perché loro, caro Ale, ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre.

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