Hue…

So che posso sembrare un bambino che rimane a bocca aperta di fronte al finto giochino di magia dell’adulto, ma questo Hue, mi piace proprio. La Philips, è un po’ di anni che gioca con la luce e i colori. Girando un po’ nei vari megastore di elettronica, mi hanno sempre incuriosito le lampade a forma stondata che la nota marca tedesca propone. Inoltre quei buffi telecomandi che le governano riescono a creare una molteplicità di colori, che mi hanno sempre lasciato una piacevole sensazione. Ovviamente non ne ho mai acquistata una, semplicemente perchè seguo la logica dell’attenzione, soprattutto nei negozi di elettronica. Diversamente avrei casa piena di tecnologia. Ora i tecnici della Philips hanno rigenerato la scoperta della classica “acqua calda”, ossia abbinare una loro una tecnologia, certamente interessante, come quella delle loro lampade, alla tecnologia che va per la maggiore in questo momento, quella legata agli apparecchi di casa Apple, com: Iphone e Ipad. E’ iniziata quindi la produzione di lampadine a basso consumo, che posso essere comandate da questi ultimi. Possiamo, grazie ad Iphone e Ipad, far variare alle lampadine: intensità, colore e possono essere gestite singolarmente, permettendo di creare infinite possibilità e combinazioni di colori e d’intensità. Daniela mi ha impedito, almeno sino a Natale, di fare acquisti, ma probabilmente, a gennaio, un paio di queste lampadine prodigio me le compro proprio.

Il sig.Sung che lavora alla Apple…

Il biglietto da visitaIn questi ultimi periodi si deve essere sentito decisamente fuori posto in Azienda. Tutti lo accusavano di plagio, di aver copiato le idee. Un tribunale lo ha anche condannato a risarcire il marchio con la mela morsicata per un miliardo di dollari. Sam, Sam Sung, dipendete Apple di Vancouver ha un nome molto particolare. Ovviamente la condanna si riferisce all’omonima, e ben più famosa, azienda coreana. Se fosse stato vivo Steve Jobs avrebbe trovato sicuramente il modo di scherzarci sopra. Di certo c’è che Sam è diventato uno dei dipendenti più famosi in Apple. Chissà se tale fama sarà sfruttata in una delle prossime campagne commerciali di Apple. Nel frattempo, oltre alla sua fama locale, il giovane Sam si starà godendo anche la fama che il web gli sta fornendo. Speriamo solo che non sia, realmente, parente del papà del Galaxy.

La guerra del touch.

Apple contro Samsung

La guerra del touch.

Sono di parte, decisamente di parte. Penso che Apple sforni prodotti di altissimo design e con dietro uno studio sulle esigenze e le passioni delle persone. Un’azienda che produce con passione le passioni dei suoi clienti. Anche Samsung, ad onor del vero, ha creato alcuni prodotti interessanti in atri ambiti (TV, Hi FI, Tablet). Ho seguito con molta attenzione la lotta sui brevetti tra Apple e Samsung e, senza volere entrare nei tecnicismi spicci della sentenza, rimane un fatto: Apple ha vinto e Samsung ha perso. Oltre a non poter vendere alcuni suoi prodotti, il gigante nord Coreano, dovrà rimborsare ad Apple oltre un miliardo di dollari. Samsung ha dichiarato di voler ricorrere in appello. Leggendo tra i vari blog, ho letto che questa è stata una guerra combattuta tra Android e OS. Non sono assolutamente d’accordo. La guerra è stata sulla paternità delle idee. Non è giusto che qualcuno rubi, e sottolineo rubi, le idee di qualcun’altro, o peggio ancora scopiazzi. Apple ben ha fatto a farsi valere in tribunale. E’ mai possibile che non ci siano altre cose da inventare? La filosofia giusta, in aziende che vogliono innovare è dare libero sfogo ai creativi. Mi auguro che questa lezione sia da stimolo per Samsung che, in altri settori tecnologici, ha ben fatto.

Il segno distintivo.

pubblicità di Itunes con DylanSto leggendo un bel libro. La biografia autorizzata di Steve Jobs, scritta da Isaacson. Un bel libro, scritto molto bene. E’ sempre curioso vedere il percorso che fanno le persone nella loro vita, ma soprattutto quando queste persone hanno cambiato il mondo. Tra le tante cose, i tanti spunti e riflessioni, che sto prendendo da questo libro, pensavo all’importanza che la musica ha nella nostra vita. Se vuoi sapere chi hai di fronte devi sapere che musica ascolta. La musica non mente. Puoi far finta di essere qualcun altro, ma non puoi far finta di ascoltare la musica che non è la tua. La musica che ascoltiamo è la colonna sonora della nostra vita. E solo della nostra. E’ bello perdersi nei ricordi ascoltando un brano che passa nella radio. E’ bello ripercorrere alcuni momenti della nostra esistenza, riassaporare le sensazioni, rivedere dei nostri cari, al suono di qualche nota. Ci sono alcuni brani che mi fanno venire in mente persone care, e quando ne ho voglia non debbo far altro che mettere quella canzone e i pensieri volano verso di loro. Altre volte ci vengono in mente situazioni, belle o brutte, momenti particolari, o semplicemente luoghi o colori. Ecco perchè è impossibile dividere la musica che ascoltiamo da chi siamo. Il collegamento tra quello che sto dicendo ed il libro è: l’Ipod. Nel libro descriveva il processo mentale che ha portato, Jobs e i suoi creativi, a creare un musicplayer portatile. Il motivo semplice era la profonda esigenza di potersi portare ovunque la “nostra” musica, senza dover necessariamente tra pochi brani. I lettori precedenti erano difficili da riempire e poco capienti. Ecco qual’è il segreto dell’IPod, che unito ad un design unico lo ha reso un oggetto di culto. Ho anche riflettuto che spesso mi è capitato di avere in mano un Iphone, un Ipod di un amico e sbirciare quale musica vi era caricata. A volte mi è capitato di sorprendermi a storcere la bocca nel leggere le playlist o i cantanti presenti nel suo apparecchio. Ma è sbagliato giudicare la musica non nostra. La musica è come un segno distintivo, un cromosoma del nostro DNA. Alcuni di noi hanno gli occhi verdi, altri marroni, possono piacere di più gli uni o gli altri, ma non si può far nulla, è semplicemente così. Qualcuno può ascoltare i Kasabian, altri Gigi D’Alessio, o piuttosto preferire i Beatles ai Rolling Stones, ma è così. Io non andrei mai ad un concerto di Tiziano Ferro, ma probabilmente chi c’è stato, non andrebbe mai ad ascoltare i Pink Floyd. L’unica cosa che può fare la musica degli altri, è darti un’idea di chi hai davanti. Il tipo di musica che si ascolta ha un legame indissolubile con il nostro carattere. Chi siamo, cosa abbiamo fatto, e soprattutto come, è legato, senza possibilità di scissione, alla musica che abbiamo ascoltato, a che tipo di imprinting musicale, i nostri genitori ci hanno dato da piccoli, o che musica abbiamo ascoltato nell’adolescenza, o in età adulta. Se poi abbiamo avuto l’esperienza di strimpellare uno strumento, allora il gioco è fatto. I pomeriggi a suonare questo o quel cantautore, o il pezzo di quel gruppo rock inglese, ci avranno segnato per sempre. Se però 20 anni fa era possibile nascondere la musica che si ascoltava, ora basta staccare l’auricolare dall’orecchio del nostro interlocutore ed ascoltare. L’unico modo per avere la certezza di cosa ascoltava il nostro interlocutore prima, era quello di andare a casa e sbirciare tra i dischi o i CD che possedeva. Ora abbiamo strumenti, che permettono di portarci dietro la nostra musica, ed è molto più facile scoprire il gusto musicale di chi abbiamo di fronte. Sbirciare i Gbyte di musica è un gesto molto più semplice. E’ importante sapere cosa ascolta chi abbiamo davanti. Forse dovremmo dare più importanza a questo aspetto, nel valutare le persone, e meno ad altri aspetti che sono solo apparenza. La musica è sostanza, non apparenza.

Sonda Lapka.

IphoneE un pò di tempo che con Daniela si dibatte su un argomento. Il cibo. Se al supermercato compro una scatola di tonno, lei mi riprende perché, a detta di un libro che ha letto, (e non ho motivo di non crederle) molti dei cibi che mangiamo non sono quello che pensiamo. Ad esempio, proprio il tonno di cui sopra, viene mischiato con altri pesci, ovviamente più economici, e poi riconfezionato ad arte per trasmettere l’idea che dentro la scatoletta ci sia del tonno, e non un frappé misto di pesce. Alcune marche fanno questa cosa, altre sono invece molto attente. Stesso discorso vale anche, con le opportune varianti, per le colture intensive di carne, oltre che di pesce, e si estende anche alle uova e alla verdura. Ma ora, sembra che sia in arrivo una sonda d’acciaio che infilata nel cibo, controlla la quantità di nitrati che possiede e, tramite un Iphone collegato, elabora il dato, consegnandoci la verità sul cibo che stiamo mangiando. Questa sona, attualmente in sperimentazione negli stati uniti, si chiama: Sonda Lapka. Decisamente interessante. Ed è ancora più interessante che, questa sonda, possa essere collegata non ad un complicatissimo apparato di elaborazione dati, ma ad un Iphone. Ritengo che se funzionasse, ci sarà da diventar matti. Mi piace la possibiltà di controllare cosa mangio, ma l’aggeggio deve essere perfetto. Immaginate se, dopo aver comprato la carne, ed averla analizzata, viene fuori un dato che non è reale, e quello stesso dato ci porta a litigare con il macellaio (il mio è anche grosso), o piuttosto con il pescivendolo. Oppure pensate ad una serata al mare, in un ristorante, e dopo aver ordinato un pesce alla griglia appena pescato, scopriamo che arriva da una coltivazione intensiva al largo del Kenia. Interessante, ma molto pericolosa. Comunque sia, per Daniela sarà un altro motivo, per prendersi un Iphone.

Mancava solo Nexus.

Google Nexus 7

Nexus 7 di Google

Stamattina, leggendo come di solito qualche notizia sul Web, mi sono accorto che Google ha presentato il suo tablet. All’apparenza un concentrato di tecnologia che si va a collocare in alto, come prestazioni, ed in basso come prezzo. Infatti, per la prima caratteristica potrebbe diventare un diretto concorrente dell’IPad, mentre per la seconda potrebbe attaccare quella nicchia di mercato degli Ereader economici, che vede il Kindle in poleposition. La mia curiosità per le novità tecnologiche è tale che ho letteralmente divorato l’articolo, ma non pago ne ho letto un altro, e poi un’altro ancora. Ma niente, nessuna novità. Ma possibile, mi chiedo, che gli ingenieri di Google, e prima ancora di Microsoft, perché anche quest’ultima ha da poco lanciato il suo tablet: Surface, non hanno capito che il vero successo di Apple si basa sull’innovazione. Il prodotto in se, alla fine, non conta. Quello che tutti noi abbiamo apprezzato in Steve Jobs, e nei prodotti che ha pensato, è stata la sua visione del mondo, della tecnologia. Tutti questi nuovi prodotti, salvo cretinate di appendice, non hanno nulla di nuovo, nulla d’innovativo. Possibile che la tecnologia, intesa come sviluppo d’idee per migliorare il nostro modo di: vivere, leggere, comunicare, non sforni più cose nuove. O forse bisognerà attendere i nuovi prodotti della mela, e tutti quanti poi correranno dietro a scopiazzare? Sinceramente da aziende con il blasone di: Google, o Microsoft, mi aspetto di più di un misero tentativo di rincorsa. Mi aspetto che ci facciano sognare, che ci migliorino la vita. Pensate a quello che ha detto Steve Jobs, e mettetelo in pratica: “stay foolish, stay hungry”. Ma come fanno ad essere folli e affamati, dei colletti bianchi miliardari? Tanto vale continuare a pagare tanto, forse troppo, un Iphone o un Ipad, almeno ci garantiremo quello sviluppo di design ed innovazione al quale Apple ci ha abituati. In un momento difficile come questo, di crisi come questo, le persone vogliono poter sognare cose nuove, vogliono potersi stupire con cose nuove, innovative, non basta solo far produrre cose già viste a buon prezzo.