Oggi è il tuo compleanno Filippo. La vita, figlio mio, è composta da tante vite, da tanti periodi diversi. Oggi termina un periodo bello, spensierato e lungo e ne inizia un altro. Volevo lasciarti qualche parola che il cuore mi sta dettando. Da oggi potrai fare tante cose, prendere la patente, quella vera, non quella per guidare “l’insetto scoppiettante”; da oggi potrai votare, spero che tu lo faccia e lo faccia bene, sempre libero di testa e consapevole; da oggi potrai firmarti le giustificazioni a scuola; da oggi Amore mio, valicherai un confine invisibile ma importante, da oggi sarai maggiorenne. Da oggi inizia una vita fatta di responsabilità. Di maggiori responsabilità. Non sono stato un padre sempre all’altezza e so di averti fatto soffrire in passato per cose che tu hai dovuto affrontare senza esserne colpevole. A volte sei stato costretto ad essere più grande della tua età, altre volte sei stato immaturo e irresponsabile come solo l’adolescenza riesce a farti essere. Non temere figlio mio, lo siamo stati tutti. E se paragono quello che tu sei a 18 anni a quello che ero io, vedo una persona migliore di me. Un uomo bello come il sole, innamorato della vita, simpatico, intelligente e con mille possibilità. Tutte caratteristiche che posso farti diventare un uomo di successo, dove per successo intendo diventare ciò che ti renderà felice a te, e solo a te. Fregatene di quello che piace ai tuoi genitori, agli amici, o a chiunque si arrogherà il diritto di dirti che una cosa è meglio dell’altra. Da oggi impara a scegliere quello che è meglio per te, nel rispetto di tutto e di tutti. Ricorda la vita è la tua,
quello che rende felice te, potrebbe non rendere felice gli altri. Investi nel tuo futuro. Pensa a cosa vorrai essere nella tua prossima vita, ma fai in modo che in questa tu possa essere sempre appagato e felice. Divertiti, non perdere l’occasione di sorridere e di far sorridere, ma al tempo stesso devi essere una persona seria ed educata. Pensa al lavoro che vorrai fare ed impegnati a realizzarlo. Un bel lavoro è un sogno che si avvera. E un sogno che potrebbe avverarsi merita impegno e dedizione. Cerca di non essere mai superficiale, affronta le cose e i momenti che ti capiteranno, belli o brutti che siano, sempre con la giusta attenzione. Amore mio non preoccuparti di quante volte cadrai, impara a rialzarti e ad essere, dopo ogni caduta, più forte di prima. Tieni vicino i tuoi amici. Quelli veri. Scoprirai che nella vita non lo saranno tutti. Alcuni di loro continueranno ad accompagnarti per tutta la vita, altri ti lasceranno durante la strada, altri ancora si aggiungeranno. Lascia aperto il tuo cuore a nuove conoscenze. L’amicizia, quella vera, può arrivare anche quando sarai vecchio. Ama, non risparmiati. Rispetta sempre chi ti ama, anche se non sarà la donna della tua vita. Dare Amore è un gesto importante, forse il più importante. Chiunque ti concede questo sentimento merita il tuo rispetto. Quando ami, fallo incondizionatamente, non aspettarti nulla in cambio. Se il tuo Amore sarà sinceramente corrisposto ti ripagherà oltre ogni misura. La donna che riuscirà ad avere
il tuo cuore, sarà una donna fortunata. Non sa che persona speciale sei. Cerca di essere attento ai soldi, non li sperperare perchè dietro a ogni soldo mal speso, ci sono ore, giorni, anni di lavoro. Poco importa se a lavorare sia tu, o qualcun altro. Dai la giusta importanza al denaro, ma non diventarne mai schiavo. Non essere taccagno, godi di quello che hai ed impara a essere riconoscente. Noi siamo persone fortunate. La vita ci ha già dato tanto. Cerca, quando puoi, di aiutare chi ha bisogno. Anche qui fallo senza avere secondi fini e senza aspettarti che, se tu ti dovessi trovare nella stessa situazione, la persona che tu hai aiutato faccia lo stesso. Potresti ricevere delle cocenti delusioni. Se presti dei soldi, fallo solo se puoi vivere senza contare su quello che hai prestato. Se il prestito è per un Amico, sappi che molto spesso rischierai di perdere soldi e amicizia. La famiglia, quella che hai e quella che creerai, saranno la tua energia e il tuo sfinimento. Ti caricheranno di energie e nel contempo le azzereranno. Sappi che non c’è cosa più bella di una famiglia UNITA. Della tua famiglia. Chi meglio di te può saperla questa cosa. Ama tua sorella, perchè lei sarà per te come un’altra figlia o mamma o amica. Quando non ci saremo più: ne tua madre ne io, lei sarà quanto ti rimarrà delle tue origini. Io amo mia sorella, tua zia, ogni anno sempre di più. Ricordati anche che la tua dignità non ha prezzo. Non la vendere, non la svendere. Qualsiasi cosa ti faccia perdere la dignità, allontanala, combattila, se puoi distruggila. Riuscire a dormire la notte e, soprattutto, riuscirsi a guardare allo specchio la mattina ti farà vivere meglio. Non abbassare mai lo sguardo davanti ad un’altra persona. Guardale sempre negli occhi. Spesso ti accorgerai di chi hai davanti soltanto guardandolo negli occhi. Sbaglia, ma abbi il coraggio di chiedere scusa. L’atto più coraggioso che puoi fare è riconoscere un errore. Non temere mai nessuno, ma non essere superbo. Non si smette mai d’imparare, ma soprattutto s’impara da chiunque, anche e soprattutto da chi non si mette in cattedra, dalle persone umili. Diffida da chi pensa di sapere tutto perchè non potrà insegnarti nulla. Abbiamo fatto tanta strada insieme e spero di farne ancora molta. Mi auguro che le forze mi sostengano a lungo per continuare a batterti a basket, anche se in fondo so già che alla prossima partita perderò, ma stai sicuro che non ti lascerò vincere facile, perchè nella vita nessuno ti regalerà mai nulla. Sono contento e orgoglioso dell’uomo che sei diventato. Stai festeggiando il tuo diciottesimo compleanno, uno di più importanti compleanni della tua vita, durante una storica pandemia che, sicuramente, verrà narrata nei libri di scuola. Di certo noi non la dimenticheremo. Ogni generazione, di solito ha una guerra da raccontare. Forse questa è la nostra. Tutte queste parole, che a volte è difficile dirsi a voce, debbono solo ricordarti che il tuo papà ti ama e non solo il solo. Sei circondato d’amore figlio mio. Nulla al mondo potrà mai cambiare questo mio sentimento. Vivi la tua vita Amore mio e ti auguro tutta la felicità che il tuo cuore può contenere.
Il tuo papà.
Sto scrivendo di meno, ma in compenso sto: leggendo, lavorando e allenandomi con impegno. Forse sto prendendo il ritmo, ma anche un pò le misure con questa nuova forzata esperienza. Mi sto godendo la famiglia e nel frattempo, la mente naviga fino al momento in cui potremmo tutti uscire da questa reclusione. Penso al mare, alla voglia che ho di farmi una giornata in barca o sul gommone. Penso agli Amici, che sto vedendo solo in video. Penso al fatto che, probabilmente, questo clima di profonda meditazione, di ricerca interna di ognuno di noi, finirà troppo velocemente, così da perderci quello che di buono questa triste esperienza ci voleva lasciare. La natura trova sempre un modo per riprendersi quello che, noi uomini, pensiamo di possedere. Ci sono cose che ci dovrebbero far capire che noi siamo solo di passaggio, ma il clima, l’inquinamento, l’attenzione al nostro pianeta, sono eterni e vanno preservati. In poche settimane la natura ci ha costretto a ridurre l’emissioni e l’inquinamento è ai livelli più bassi da oltre cinquant’anni. Le azioni poste in essere? Sicuramente si poteva fare meglio in Italia. Sicuramente potevamo essere ancora più tempestivi nell’iniziare il lockdown. Io stesso ho sottovalutato la situazione all’inizio, pensando, che fosse solo l’esagerazione mediatica di un’influenza un pò più forte. Bene ha fatto, sempre secondo me, il nostro governo a prendere delle decisioni difficili e impopolari. Nessun primo ministro, a mia memoria, ha dovuto prendere decisioni così devastanti per l’economia, per le famiglie e per le aziende. Siamo però un esempio nel mondo, tanto che, il pazzo primo ministro inglese, oggi, ha chiuso tutto. Cospargendosi il capo di cenere ha dovuto cedere alla violenza di questo virus e capire che l’immunità di gregge, da lui paventata solo 10 giorni fa, era una enorme cazzata. Oggi segnalo che Filippo si è trasferito dalla sua mamma. Ho passato una bella settimana con lui, mi mancherà. Nel frattempo ci coccoliamo, insieme a Daniela, Andrea che sta passando questo isolamento comportandosi da vero angelo.
Penso e ripenso al coraggio di quel padre (
Non so mai giudicare se provo più gioia vedere vincere la Juventus contro la Fiorentina, o piuttosto contro altre squadre. Debbo confessare però che, insieme al Napoli, vincere contro i viola mi crea un certo senso di benessere e soddisfazione. Certo lo so, la Juventus suscita odio in chi non parteggia per lei. Non è una squadra che rimane simpatica. Non è una squadra che lascia indifferenti. Mai detto più calzante di quello che recita: “o la ami, o la odi“. Quello che ho letto ieri però, lascia di senza parole. Certamente opera di pochi cretini, che con la scusa del tifo, del calcio o dell’odio, riescono a scendere a livelli di bassezza infiniti. Ricordare con degli insulti i morti del Heysel e Gaetano Scirea, è un monumento all’imbecillità umana. Dovrebbero i tifosi viola, quelli veri, prenderne le distanze. A me non verrebbe mai in mente d’insultare Davide Astori, o gli altri morti della Fiorentina, solo per puro odio, che comunque so essere solo frustrazione all’ennesima potenza. Il 5 marzo ho sofferto, come tutti i tifosi italiani, per la prematura scomparsa di un ragazzo fantastico, un talento del calcio che, guarda caso, giocava con la Fiorentina (
In questi giorni si fa un gran parlare dell’insegnante che a Torino, in una manifestazione antifascista, ha insultato pesantemente le forze dell’ordine schierate, anche a sua tutela, augurando anche la morte a quei ragazzi. La mia posizione è chiara e mi piace subito chiarirla, sono contro persone che urlano e minacciano, siano essi di destra o di sinistra. Non è una questione di schieramento politico. La domanda che mi sono posto in questi giorni è se avessi avuto questa maestra, insegnate dei miei figli, cosa avrei fatto? Sicuramente sarei stato molto preoccupato che la stessa portasse in aula la politica, la sua parte politica. E questo non perchè sia d’accordo o meno sulla sua ideologia, ma perchè un alunno, un adolescente, deve poter essere messo in condizione di avere una visione delle cose non parzializzata, non politicamente preconcetta. Proprio per questo motivo ho pensato che non l’avrei voluta come insegnante dei miei figli. L’altro pensiero che ho avuto è quale senso dell’istituzione può avere una persona che, pur facendone parte, arriva ad augurare di morire ad un altro appartenente della stessa istituzione. Ho sempre cercato di spiegare ai miei figli che, un insegnante o un poliziotto, nel pieno delle sue funzioni sono figure da rispettare; sono persone che hanno l’alto compito di tutelare e far crescere la nostra nazione. Come si fa ad avere un insegnante che non rispetta un’altra carica dello stato? Come può lei stessa poi chiedere il rispetto dovuto ai suoi alunni, se l’insegnamento che da, dai suoi comportamenti, è non rispettare il prossimo. Non rispettare gli uomini delle forze dell’ordine? La domanda che poi mi sono posto, forse quella più importante: è giusto che questa insegnante continui a fare il suo lavoro? Per me: no! Anche e soprattutto per le dichiarazioni fatte dopo, in una telefonata che hanno trasmesso su SKYTG24, nella quale le chiedevano se fosse pentita per le parole pronunciate. La risposta , a mio avviso, assurda è stata: “no!” Aggiungendo che: “lei in quelle occasioni può di sentirsi se stessa”, aggravando, se possibile, la sua posizione. Una denuncia che sento fare molto spesso a queste nostre giovani generazioni, è l’assenza di rispetto, soprattutto nei confronti di chi svolge con serietà e umiltà, compiti all’interno degli apparati statali. Forse una risposta a questa deriva può essere una maggiore attenzione a chi mettiamo in ruoli chiave, come quello dell’insegnamento. Mi dispiace signora Fedeli, mi rivolgo proprio a lei, ma per me non è adatta a fare l’insegnante. Con questo non dico che lei non possa prendere parte a una manifestazione o che non possa dichiarare di essere antifascista, è un suo diritto democratico, ma quelle esternazioni la pongono in una fascia estrema che io odio e combatto. Lei ha fatto una scelta chiara, partecipare a una manifestazione, e fin qui nulla di male, e esternare: odio e disprezzo verso chi stava svolgendo il proprio lavoro. Ha fatto una scelta davanti a telecamere e macchine fotografiche che la riprendevano, e di questo non mi sembrava affatto imbarazzata, anzi. Un pensiero, una domanda mi piacerebbe fargliela: immaginiamo a cosa sarebbe successo se, un uomo delle forze dell’ordine, un uomo a cui lei ha augurato miglior vita, l’avesse minacciato di morte un’insegnante come lei. Quell’uomo sarebbe degno di continuare ad indossare la divisa?
Ogni anno, da qualche anno, il Natale è per me una ricorrenza “pesante”. Ho perso mia mamma il 24 di dicembre di qualche anno fa e questa cosa ha rovinato, e rovina, una festa che io amavo. Per amore di verità debbo confessare anche che: con l’arrivo di Andrea, la bravura di Daniela e la presenza di Filippo, riesco a mediare la tristezza che provo. Ogni anno però, in questo periodo, emerge nella massa un attegiamento ipocrita, camuffato da buonismo. E questa cosa, complice anche l’età che mi fa essere meno paziente, non mi va più di subirla. Non ho mai creduto che a Natale siamo tutti più buoni. Gli stronzi, gli arroganti i senz’anima, lo sono tutto l’anno, in particolare a Natale. Per cui io quest’anno ho deciso di fare una bella cosa: fare gli auguri a tutti semplicemente augurando, non quello che si desidera, ma quello che ognuno di noi merita. Sarebbe bello, a partire da me ovviamente, ricevere in base a quello che si è dato. Veramente però. Sin da bambini siamo stati abituati che, comunque, alla fine, anche se ci siamo comportati da schifo durante l’anno, poi Babbo Natale arriva per tutti. E invece no!! Non è giusto. Vedo troppa gente che meriterebbe di più e che non ottiene. Vedo troppe brave persone, quelle che meritano veramente, messe ai margini di una società sempre meno attenta ai principi, alle cose giuste. Ne ho più di qualcuna in mente. Mentre scrivo penso proprio a loro e mi auguro che questo Natale porti a loro, principalmente a loro, tutto quello che meritano, visto che la vita è stata particolarmente dura fino a oggi. E proprio nei momenti duri il Natale prende quel sapore malinconico, quasi triste. A loro proprio chiedo di tenere duro, perchè loro sono persone migliori, sono persone speciali, e questo alla lunga pagherà.
Un gesto semplice che può scatenare mille pensieri. Mi sono trovato, soprattutto ultimamente, a condividere con Filippo una nostra passione: il basket. Da giovane, si, da giovane, era il mio sport. Si giocava in modo diverso, all’aperto, eravamo in pochi, ma mossi da una voglia pazzesca di praticarlo, di esserci. Nel mio cuore ci sono sempre i miei compagni di squadra, le trasferte con un fiat 232 beige, le “coca cole” dopo gli allenamenti con Mauro e Andrea, il nostro playground: “Capocroce”, le notti a vedere Magic, Kareem, Jordan, l’arrivo in Italia della riga del tiro da tre. Era un mondo diverso da quello che vivevano gran parte dei miei coetanei, nello sport tutto girava intorno al calcio. Mai avrei pensato però che questa passione sarebbe stata anche quella di mio figlio. Mai avrei pensato che, a quasi quarantasei anni, avrei potuto giocare insieme a Filippo. Il basket, anche oggi, è spettacolo puro. Andare a vedere una partita nei templi americani, ha appassionato anche Daniela, e ora a casa si tifa anche per squadre diverse: Filippo per i Toronto Raptors, Dany per i Golden State Warriors e io, nel cuore ho i Los Angeles Lakers, mentre se debbo dare retta allo spettacolo la mia preferenza va ai Cleveland Cavaliers di Lebron James. Ma in tutto ciò, la cosa di cui sempre meno posso fare a meno è il mercoledì sera con Filippo e il basket. Mi piace giocare con lui, ma ancora di più mi piace giocare insieme a lui. Ogni passaggio che gli faccio, ogni assist, ogni canestro, mi rende felice, orgoglioso. Giochiamo tardi il mercoledì, ma nessuno dei due ha voglia di rinunciarci. Ci arriviamo quasi sempre stanchissimi, ma per tutti e due sta diventando un momento nostro, difficile per chi non condivide questa passione, questo sport. Con l’arrivo della bella stagione poi, Cocciano, il nostro playground, sta diventando il luogo delle sfide contro all’ultimo sangue, con chi si trova li in quel momento. Non ne usciamo mai perdenti. In tutto questo susseguirsi di emozioni, un gesto apparentemente semplice, apparentemente scontato, mi rende inspiegabilmente felice: il cinque dopo un canestro. In cuor mio spero di potergli continuare a dare il cinque in campo, ancora per molto tempo. “I love this game”.