Le nuove sfide dei genitori. Comprare l’account facebook dei propri figli.

contrattoI miei genitori hanno faticato molto con me. Non che fossi un delinquente, ma si sono trovati a dover affrontare moltissime insidie nella mia educazione. Penso che mia mamma sia stata soddisfatta del risultato, anche se con mia sorella sono riusciti meglio. La mia generazione è stata quella che ha vissuto il passaggio tra analogico e digitale, ma c’erano anche le droghe sintetiche, e le cattive compagnie, e tutte le insidie da cui un bambino sveglio come me, era attratto. Con i miei genitori, ma in particolare con mia mamma, ho sempre parlato. Ho sempre potuto parlare, scambiare opinioni e pareri. Non sempre erano concordi, anche io ho vissuto il conflitto generazionale, ma una cosa non hanno mai fatto: scendere a compromessi sui valori, o su quello che ritenevano giusto. Non si possono comprare i valori. Non si può mercanteggiare per ottenere dei risultati dai propri figli. Con questa idea, cerco di crescere mio figlio. E spero di riuscire, anche se oggi è molto più difficile di un tempo. Ho letto che un papà, negli Stati Uniti, ha comprato l’astinenza da Facebook della figlia. Ha contrattualizzato che, se quest’ultima fosse riuscita a rinunciare a Facebook per cinque mesi, l’avrebbe pagata 200 dollari. Cinquanta alla firma dell’atto, altri 150 dopo cinque mesi. Per sancire tale accordo, hanno controfirmato un regolare contratto. Trovo pericoloso un tale comportamento. Se questo concetto dovesse passare, dovesse diventare il modo di relazionarsi con i propri figli, sarebbe la fine. Se un padre reputa dannoso per la salute della propria figlia una cosa, deve poter avere: il potere e la forza d’impedirla. Se questo signore reputa pericoloso, per la salute mentale della propria bimba, Facebook, deve avere la forza d’impedirne l’accesso, o quanto meno limitarne l’uso. Anche vietandolo. Mi piace pensare, ed intimamente ne sono ancora convinto, che non tutto debba avere un prezzo. Non tutto si deve, e si può, comprare con il denaro. Mi piace pensare in questo mondo, nel quale mi trovo sempre di più un cittadino straniero, che il rispetto, ed anche il timore, dei propri figli non debba mai essere acquistato. Il denaro, alla lunga, rovina ogni rapporto. Il denaro non è mai lo strumento migliore da usare in famiglia. Per lo meno in una famiglia che funziona.

Bentornato MySpace…

MySpaceQuando è stato chiuso, mi è molto dispiaciuto. MySpace è stato, di fatto, il primo social network a distribuzione mondiale. Dentro c’era tantissima musica, ma anche altre forme d’arte. Ho conosciuto un sacco di gruppi emergenti, o di cantanti sconosciuti ai più, sbirciando dentro MySpace. La prima canzone di Muse, l’ho ascoltata su MySpace, ho conosciuto un sacco di gente. Con l’avvento di Twitter, ma soprattutto di Facebook, MySpace è andato in crisi, non è stato in grado di dare il giusto impulso verso il rinnovamento, ed è finito. Ora un gruppo d’imprenditori, capeggiati da Justin Timberlake, lo ha acquistato, ed oggi lo ha riaperto. La grafica è molto accattivante, ma forse è un po’ lenta. Mi sono iscritto ed ho provato a farmi un giro, ci sono margini di miglioramento, ma la base di partenza è molto buona. Buona fortuna.