Leggere notizie come questa, mi fa venir voglia di essere un delinquente. Mi fa venir voglia di giustizia sommaria. Il fatto risale a qualche giorno fa. La stampa britannica, ha fatto emergere un fatto dai contorni, a dir poco, macabri. Nel Regno Unito, è stato postato su Facebook un video pedo-pornografico. In questo video nel quale un adulto, violenta una minorenne. Già solo questo mi fa salire la bile e lo schifo. Io non reputo i pedofili dei malati, ma dei viziosi da castrare. Senza alcuna pietà. Purtroppo, su alcune cose, non ho il dono del perdono divino, adotterei metodi antichi, ma sicuramente molto più efficaci. La cosa grave, anzi gravissima, è che nel giro di poche ore, quel video, oltre ad avere centinaia di condivisioni, ha avuto quasi 5.000 “like”. Segno evidente che il vecchio detto: “le mamme dei cretini sono sempre incinta”, è sempre più vero, è sempre attuale. Inutili le scuse del management di Facebook che, con colpevole ritardo, ha rimosso il video dopo circa tre ore. Ora io mi chiedo, non è possibile rintracciare il delinquente che ha messo il video on line, e tutti i suoi simili che hanno commentato con un: “mi piace”? Ritengo oltremodo ingiurioso per la ragazza, per i suoi genitori, per chi le vuole bene, e per tutti i genitori di bambine e bambini preoccupati per i loro figli, che, atti come questi rimangano impuniti. Mi piacerebbe un pò di sana giustizia. Mi piacerebbe un pò di antica giustizia.
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Le nuove sfide dei genitori. Comprare l’account facebook dei propri figli.
I miei genitori hanno faticato molto con me. Non che fossi un delinquente, ma si sono trovati a dover affrontare moltissime insidie nella mia educazione. Penso che mia mamma sia stata soddisfatta del risultato, anche se con mia sorella sono riusciti meglio. La mia generazione è stata quella che ha vissuto il passaggio tra analogico e digitale, ma c’erano anche le droghe sintetiche, e le cattive compagnie, e tutte le insidie da cui un bambino sveglio come me, era attratto. Con i miei genitori, ma in particolare con mia mamma, ho sempre parlato. Ho sempre potuto parlare, scambiare opinioni e pareri. Non sempre erano concordi, anche io ho vissuto il conflitto generazionale, ma una cosa non hanno mai fatto: scendere a compromessi sui valori, o su quello che ritenevano giusto. Non si possono comprare i valori. Non si può mercanteggiare per ottenere dei risultati dai propri figli. Con questa idea, cerco di crescere mio figlio. E spero di riuscire, anche se oggi è molto più difficile di un tempo. Ho letto che un papà, negli Stati Uniti, ha comprato l’astinenza da Facebook della figlia. Ha contrattualizzato che, se quest’ultima fosse riuscita a rinunciare a Facebook per cinque mesi, l’avrebbe pagata 200 dollari. Cinquanta alla firma dell’atto, altri 150 dopo cinque mesi. Per sancire tale accordo, hanno controfirmato un regolare contratto. Trovo pericoloso un tale comportamento. Se questo concetto dovesse passare, dovesse diventare il modo di relazionarsi con i propri figli, sarebbe la fine. Se un padre reputa dannoso per la salute della propria figlia una cosa, deve poter avere: il potere e la forza d’impedirla. Se questo signore reputa pericoloso, per la salute mentale della propria bimba, Facebook, deve avere la forza d’impedirne l’accesso, o quanto meno limitarne l’uso. Anche vietandolo. Mi piace pensare, ed intimamente ne sono ancora convinto, che non tutto debba avere un prezzo. Non tutto si deve, e si può, comprare con il denaro. Mi piace pensare in questo mondo, nel quale mi trovo sempre di più un cittadino straniero, che il rispetto, ed anche il timore, dei propri figli non debba mai essere acquistato. Il denaro, alla lunga, rovina ogni rapporto. Il denaro non è mai lo strumento migliore da usare in famiglia. Per lo meno in una famiglia che funziona.