Ho letto, sul blog di Grillo, il dibattito dei militanti: tra chi vorrebbe partecipare e chi vorrebbe rimanere fuori da governo che si sta formando. Reputo molto esagerati gli epitaffi che Grillo sta facendo verso Bersani. Non bisogna mai infierire quando si vince. Ora dovremmo vedere coloro che abbiamo eletto, fare un bagno di umiltà, immergersi nel ruolo che li compete ed essere responsabili. Abbiamo gli occhi del mondo addosso e, poter riuscire a dimostrare agli spocchiosi tedeschi, che siamo capaci anche noi di uscire dai problemi politici che la democrazia può creare. Per me il Movimento 5 stelle, dovrebbe far parte del nuovo governo. Non so in che forma, non so con quali uomini, ma con i suoi programmi. Non è vero che se si rivada a votare, sia così automatico che Grillo possa avere lo stesso successo. Gli Italiani hanno dimostrato di avere le idee chiare, oltre che essere coraggiosi nelle scelte. Vogliono il cambiamento, ma quello buono, quello che ci possa portare fuori da questa maledetta crisi. Forza Beppe, devi essere coraggioso almeno quanto lo sono stati i tutti quelli che ti hanno votato.
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Morto un papa (ma anche no), se ne fa un altro.
E’ un argomento delicato. Ieri quando ho appreso della notizia delle “dimissioni” del Papa, mi è scivolata addosso, anzi c’ho scherzato sopra. Questo Papa, non mi è mai stato particolarmente simpatico. Non ha mai fatto realmente presa nei cuori dei cattolici, anche se gli riconosco una enorme mente. Probabilmente ha una profonda spiritualità che non riesco a percepire. Va anche detto che prendere il posto di Giovanni Paolo II non sarebbe stato facile per nessuno. Stamattina in macchina, stimolato dalla notizia che passava in continuazione per radio, ho iniziato ad analizzare la portata dell’evento, ma soprattutto del gesto. E’ un esempio di: umiltà, coscienza e amore. Umiltà: perché dopo essere stato Papa, non è facile per nessuno diventare un “cardinale di clausura”. Fa un enorme passo indietro per dedicarsi ad altro. Coscienza: perché bisogna avere la consapevolezza che, per portare il peso delle responsabilità, bisogna averne le forze e la lucidità mentale sufficiente. Molti hanno criticato questa scelta, ma se, in cuor suo, non se la sentiva più, meglio è lasciar perdere. Questo dovrebbe essere d’insegnamento ai nostri politici. Amore: perché, solo chi ama, può lasciare un incarico. Lasciare per non rischiare di far male il proprio compito. E quello del Papa è un compito difficile. Io sono cattolico, credente, ma non mi piace la chiesa come istituzione. Penso che sia antica, lontana dalla fede reale del popolo e dalla vita. Questo gesto, apre degli scenari nuovi. Se la chiesa saprà approfittare di questo immenso passo, potrà accorciare gli spazi siderali con i suoi fedeli e con il mondo in cui viviamo. Abbiamo una chiesa antica, attaccata ancora a riti e usanze pre medioevali. La chiesa per comunicare con i suoi fedeli, deve accelerare e recuperare la distanza con il mondo. Con tutto il rispetto, vedere Benedetto XVI che twittava con un Ipad, non era credibile. Ammiro il coraggio di questo uomo stanco che, da buon tedesco, ha preferito dimettersi perché consapevole di non potercela fare. Per quello che mi riguarda gode di tutto il mio rispetto.