La domanda di mio figlio.

Filippo, è un bambino sveglio, attento e molto sensibile alle cose che gli accadono intorno. Oggi, parlando con lui mi ha fatto una domanda: “papà, ma tu sei proprio sicuro che seguire le regole è giusto?”. A questo punto, anche un pò risentito, ma certamente incuriosito dal pensiero, gli ho chiesto come mai avesse questo dubbio. Mi ha raccontato che, nella sua classe, c’è un bambino che si fa fare i compiti dal fratello, e la maestra, quella di matematica, gli fa sempre i complimenti. E poi continua: “papà, non lo senti al telegiornale quanti furbi ci sono in politica? Rubano centinaia di euro (per lui cento euro sono tanti) e non gli fanno niente.” Sono rimasto sconcertato. Mio figlio si è accorto che è circondato da furbi, malfattori e gente disposta a tutto per il dio denaro. E se lo ha capito lui, un bambino di 10 anni, come facciamo noi adulti a poter permettere che i nostri figli crescano con davanti questi esempi? Di per se, fare il genitore è difficilissimo. Cercare di navigare tra le acque della buona educazione, senza affondare è un impegno arduo. Se poi in ragazzi così giovani s’insinua il dubbio che la furbizia, quella cattiva, quella brutta, quella senza un minimo senzo civico, porta risultati migliori dell’onestà, dei valori, dei sani principi, per noi genitori è davvero dura. Penso a quando avrà 15 anni, o 20, crescere in uno stato come il nostro con zero prospettive, zero rispetto per chi vive e lavora onestamente, ma come potrò mai spiegargli che il giusto, spesso non ti porta successo e soddisfazioni. Lo confesso, vacillo tra la morale, l’educazione che i miei genitori mi hanno dato; e quello che vedo, una società che pone nelle mani dei disonesti, dei nepotisti, le chiavi di un successo facile e ricco di danari. Viviamo in un contesto sociale, in particolare in Italia, dove c’è la cultura: della spintarella, dell’andare avanti non per meriti, dove se si scopre qualcuno con le mani nella marmellata non si ha nemmeno il buon gusto di dimettersi, e chiedere scusa. Sono stanco. Eppure ritengo che la maggioranza di noi è onesta. La maggioranza di noi: si alza la mattina, va a lavorare, paga le tasse e si ammazza per sopravvivere, mentre nei comuni, nelle regioni, nello Stato, si spendono miliardi di euro sotto la voce: sprechi. Forse è ora di una rivoluzione. Parola mia, stavolta il primo che parte lo seguo.