Ebola, paura immotivata?

ebola-mappa-contagio-oms_102503Tutti ci dicono di stare tranquilli, la situazione può essere controllata, ma nel frattempo stati sovrani, che reputo seri e moderni, prendono delle misure di prevenzione restrittive e che possono sembrare quasi razziste. Gli Stati Uniti varano un sistema di sicurezza e di controllo dello stato di salute delle persone che arrivano da da alcune parti dell’Africa; mentre l’Australia chiude, completamente, alla migrazione dagli stati Africani. Nel frattempo, sulle nostre coste sbarcano migliaia di migranti ogni giorno, e dal colore della pelle non mi sembrano Siriani. Nei nostri aeroporti arrivano persone da ogni stato, anche Africano, senza il minimo controllo sanitario. Il nostro ministero della Sanità indica nella mancanza di fondi, l’impossibiltà di strutturare una difesa sanitaria degna. E’ notizia di oggi che un generale, e dieci militari americani sono transitati nell’aeroporto militare di Pratica di Mare, direzione base Nato di Vicenza, di ritorno dalla Liberia, senza che nessuno li controllasse o li mettesse in quarantena. Quarantena che è poi scattata all’arrivo a destinazione. Se fossero atterrati in qualsiasi aeroporto americano, avrebbero avuto tutt’altro trattamento sanitario. Nel messaggio alla nazione, Obama ha dichiarato che: per evitare qualsiasi possibilità di contagio, o di pandemia, le uniche armi in mano alla scienza sono: la prevenzione, e l’attenzione massima verso quelle popolazioni o quei viaggiatori di ritorno da alcune zone a rischio. Ad oggi, più di 10.000 casi sono stati riscontrati in Africa, di cui oltre 5.000 sono culminati con decessi, mentre la mappa del contagio nel mondo è la seguente (dato al 15 ottobre fonte: Europa):

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Sembrano numeri rassicuranti, ma così non è. Immaginate che Duncan, il paziente zero di Dallas, colui che ha portato l’Ebola negli USA, nei giorni precedenti al manifestarsi della malattia, è entrato in contatto con centinaia di persone, che a loro volta potrebbero aver trasmesso esponenzialmente il contagio. La situazione secondo me è più grave di come ce la raccontano. Non era mai capitato che l’Ebola uscisse dai confini Africani. Non è mai capitato, negli ultimi cento anni, che una tale minaccia di pandemia si sia manifestata. Ebola è un virus moderno, partorito nelle foreste Africane, ma che viaggia in aereo. Le distanze si sono ridotte, e quello che prima poteva essere considerata una quarantena naturale, come i viaggi in una nave, o lo stazionare su un’isola (Ellis Island) per un periodo di tempo, oggi non è più concepibile, non è più attuabile. La mia idea, il mio incubo, è che siamo tutti esposti, siamo tutti a rischio contagio. L’unica speranza è che il vaccino, se è vero che esiste, sia realmente pronto, o quasi. Nel frattempo mi auguro vivamente che si prendano serie misure di prevenzione e, senza voler essere tacciato per razzista o altro, che si blocchi, da subito il flusso d’immigrazione verso l’Italia. L’Ebola non è un problema economico, non è un problema di religione o di razza, è un problema legato alla sicurezza nazionale, oserei dire mondiale. Per questo motivo va affrontato con fermezza e senza sovrastrutture di carattere razziale, ne da un lato ne dall’altro. Forse, in casi come questi, bisognerebbe esagerare un po’ con le precauzioni. Esagerare soprattutto in Italia.

Italia – Australia

L'estremo aquilano, Andrea MasiTerzo test match per l’Italia, e terza squadra fortissima d’affrontare. Oggi a Firenze, gli azzurri hanno affrontato gli Australiani, secondi nel ranking mondiale, subito dopo gli All Blacks. Partita durissima nel primo tempo che finisce 22 a 6 per i Wallabies. Italia decisamente assente. Noi eravamo contratti, deconcentrati, abbiamo perso tutti gli impatti, e loro hanno messo a segno una serie infinita di calci. Del primo tempo contro gli All Blacks, neanche l’ombra. Nel secondo tempo, i ragazzi di Brunell, sono tornati in campo con un piglio diverso. Si vede da subito, non perdiamo più tutte le touches del primo tempo, e sugli impatti siamo devastanti. Il pacchetto di mischia italiano, mette in seria difficoltà quello Australiano, e i nostri tre quarti iniziano a trovare delle geometrie che bucano le maglie della difesa Australiana. Facciamo meta, centriamo i calci, sino ad arrivare 19 a 22. Giochiamo spesso vicino alla loro area di meta, per gran parte del secondo tempo. Sui piedi di Orquera, a due minuti dalla fine, il calcio del pareggio. Il calcio è fuori di poco. Tutti gli sforzi sono stati vani. Queste tre partite ci consegnano comunque un’Italia competitiva, che ci lascia ben sperare per un bellissimo 6 nazioni. Una vittoria contro Tonga; una sonora sconfitta contro la Nuova Zelanda; ed una sconfitta di misura contro l’Australia. Solo un paio d’anni fa ci avremmo messo la firma. Oggi ci lascia un pò di rammarico per come è  maturata la sconfitta contro l’Australia. Mi sono molto piaciuti: il nostro capitano, Parisse, Milto, una bella conferma dopo gli All Blacks, il granitico Venditti, Zanni e le sue penetrazioni, e il solito Masi. Forza azzurri, avanti così.

Prima cosa: non tradire!

Presentazione di Alex Del PieroPer me è svanito una specie di sogno. Ho pensato, ho voluto credere, che in questo mercato pazzo pieno di titoli di giornali, e senza un euro da spendere, qualcuno in casa Juve potesse ridestarsi e capire che, Alessandro Del Piero, per almeno altri due anni, avrebbe potuto dare il suo importante contributo. Non si può perdere un simbolo come Alex, solo per meri motivi di bilancio, questo è quello che la mia testa continua a ripetere. E’ stato per 19 anni un esempio per tutti, tifosi e non, ed ha voluto dare l’ennesima dimostrazione di stile, firmando per una squadra lontana, il Sydney in Australia, mantenendo fede alla promessa di voler continuare a giocare, senza avere il rischio di dover incontrare la sua Juventus. Ha avuto offerte, anche importanti, dal Sion che, senza troppi sforzi il prossimo anno farà la Champions League; ha avuto offerte dal Liverpool, ma anche li, il rischio d’incontrare la Juve sarebbe stato troppo grande; e allora ha scelto una meta lontana, l’Australia, che gli permetterà di fare un’esperienza all’estero, in un paese bellissimo dove anche io porterei a vivere la mia famiglia. Famiglia che era tutta presente alla presentazione. Bravo Alex, ed in bocca al lupo per tutto, te lo meriti.