Amazon Dash, il fascino del pericolo.

Adoro la tecnologia e tutto quanto applicato ad essa. Mi piace l’idea che posso gestire la mia casa anche quando sono in ufficio, o in viaggio. Trovare casa calda perché ho potuto accendere i termosifoni grazie allo smartphone, è fantastico; oppure controllare la telecamera della tua casa, mentre sei in vacanza, è una cosa che mi rende orgoglioso di utilizzare la tecnologia. Non cito poi in tutto quello che la tecnologia ha modificato, creato, rigenerato, nell’ambito della comunicazione: i social network, WhatsApp. Ma a vamazon-dash-sbarca-in-italia-un-solo-pulsante-per-gli-acquisti-onlineolte la tecnologia m’incute terrore. Terrore dettato dal fatto che la conseguenza del cambiamento di alcune nostre abitudini, può avere delle ripercussioni disastrose sull’economia e, di conseguenza, sulle persone. Il prossimo 15 di novembre Amazon, il più grande store del mondo, farà sbarcare, anche in Italia, i suoi Amazon Buttons. Molto sinteticamente un bottone che, appena premuto, invia un ordine, direttamente ad Amazon, di prodotti di uso frequente come: pannolini, pasta, ricambi per rasoi, caffè, carta igienica e quant’altro. Il meccanismo è semplicissimo e, per altro, ben spiegato nel video promozionale. Quando sta finendo la carta igienica, basta premere il bottoncino, posto in una posizione strategica e, dopo uno o due giorni, la carta igienica è fuori la porta della nostra casa. Basta pre-impostare il quantitativo che si vuole, e il gioco è fatto. A me che sono un pigro la cosa piace tantissimo, ma ho pensato poi a quale impatto sul tessuto economico questa novità avrà. Anche nel breve. Potenzialmente, nel giro di poco Amazon riuscirà ad entrare anche nel mercato della spesa quotidiana, basando il suo successo, come già avvenuto in altre occasioni, su due componenti fondamentali: la convenienza e la comodità. La convenienza perché, mediamente, su Amazon le cose costano meno, a volte molto meno. La comodità perché fare la spesa senza sforzi e senza fatica piace oggettivamente a tutti. Sono già tre anni che compro i libri di scuola di Filippo su Amazon, e il risultato è che spendo meno e senza stress.

Penso però all’alimentari o al supermercato sotto casa che, nel giro di poco, vedrà eroso il suo fatturato in fasce merceologiche specifiche e magari anche per loro remunerative. Penso ai posti di lavoro che svaniranno. Poi però penso che questo è il progresso, questo è il futuro. I mercati, l’economia, si adattano sempre alle mutazioni, ma certamente ci sarà sul terreno qualche vittima. Qualche commerciante che non riuscirà a, come si dice, “tenere botta”. Qualche parola, infine, sul filmato che promuove questa novità va detta. La visione che lo stesso da è d’intimità, tutto si svolge dentro una casa, ma anche di fretta, tutto è scandito da una sveglia e dalle mille cose da fare che ognuno di noi ha. Ci sono poi i prodotti, che pian piano escono fuori, compresi i brand-partner, e poi, grazie ad un tasto premuto, tutto diventa più facile. La frenesia della vita è risolta da Amazon grazie al suoi buttons. Negli USA lo stesso formato di spot è stato proposto da Amazon per la sua linea Amazon-Fresh. Un’evoluzione dei bottons. Ossia il mercato di riferimento sono i prodotti freschi consegnati davanti casa. Il filmato di seguito è chiarificatore.

Il progresso può sempre essere visto da più punti di vista. In questo caso il miglioramento della qualità della vita delle persone: poter dedicare il tempo che oggi dedichiamo alla spesa per fare altro. Magari qualche cosa di migliore. Ma un altro punto di vista è l’impatto che questo genera sulle abitudini di acquisto di ognuno di noi. Io, ad esempio, acquisto regolarmente musica su Amazon, ma ogni volta che trovo un negozio di dischi, mi c’infilo dentro e la sensazione bellissima di sfogliare i vinili o i CD è impagabile. In quel preciso istante, mentre questa sensazione s’impossessa di me, mi sento responsabile per aver concorso alla distruzione di un’intera tipologia di negozi: quelli di dischi.