E’ un pò che non scrivo, ma lo schifo di questi giorni è tantissimo. Enrico Letta è una brava persona, un giovane, ma con l’esperienza di un anziano. Forse oramai infettato dal palazzo, ma non voglio avere visioni preconcette, anche se sono disilluso, e so che, per come siamo messi, serve una svolta epocale, che parta dalla base. Da noi. Ovviamente la politica deve metterci il suo. Deve dare l’indirizzo, deve dare l’esempio. La gente è stanca, è avvilita, è colpita nelle cose basilari, nella dignità. Il voto di protesta così massiccio era un indizio; la marea di suicidi che stanno colpendo la nostra nazione, ad ogni livello sociale, il secondo indizio; il terzo indizio è l’attentatore di palazzo Chigi. Se è vero che tre indizi fanno una prova ci siamo. Luigi Preiti ha dichiarato testualmente: “volevo colpire i politici”. E l’idea che la politica, in questo momento, sia il problema, non la soluzione è molto diffusa. Quando poi finiranno, giustamente, d’indagare e capiranno che la disperazione di quell’uomo derivava, non dalla separazione, non dalla pazzia, ma dal fatto che a cinquanta anni non si può tornare a casa con i genitori a ottocento chilometri dal figlio. Non si può non avere la possibilità di mantenere un figlio oramai undicenne. Non si può non avere speranze. Non si può non avere un lavoro, e nessuna possibilità di ritrovarlo. Questo è il problema. Mi sembra normale impazzire. Viviamo in una situazione in cui la normalità è la disperazione. Il problema però, quello vero, è che a rimetterci sono stati due carabinieri che stavano facendo il loro lavoro. Loro, che spesso fanno da scudo umano a istituzioni marce, a politici che invece di capire il dissenso della piazza alzano il dito medio. Per questi comportamenti, un uomo rischia la paralisi, ed un altro è stato ferito. La responsabilità di questo nuovo esecutivo è quella di dare risposte: chiare, veloci ed esaustive, ad un popolo che, sino ad oggi, si è dimostrato molto paziente. Speriamo bene.