Il gracchiante sapore del passato.

Il mio piattoE’ da un pò di tempo che ho riniziato a collezionare vecchi vinili. Quando ero giovane (non che ora non lo sia) e squattrinato, vivevo la musica come un problema: me ne piaceva troppa per il mio portafoglio. Quindi mi accontentavo e compravo solo quello che mi potevo permettere. Ora continua a piacermene tanta, ma posso spendere qualche euro in più. Avendo poi una “ragazzetta” fantastica, che asseconda, molto spesso, le mie passioni, a Natale ha pensato bene di regalarmi un fantastico piatto. Ovviamente uno di quelli per ascoltare i dischi. A parte essere bellissimo, nel suo splendido bianco, è anche qualitativamente molto buono. Debbo confessare che avevo dimenticato, quanto fosse romantico e dolce, poter ascoltare un disco per intero. In un mondo in cui ci sono le Playlist, o i compact disc, che spaziano, con la semplice pigiatura del tasto di un telecomando da una traccia all’altra. Dover appoggiare la puntina del disco. Il gracchiare del disco appena attacca la traccia. Dover alzarsi a girare il lato B. Un mondo, un modo, che avevo perso ma che ha mantenuto intatto tutto il fascino di un tempo. E poi, a dirla proprio tutta, il suono (per me) è anche migliore. E allora ecco che da un pò, a casa mia, sono tornati:  Rolling Stones, i Beatles, i Pink Floyd, David Bowie, i Dire Straits…La cosa più bella che mi è capitata è stata vedere mio figlio che fissava questo disco che girava. Mi ha chiesto che cosa fosse, come funzionasse, e il giorno dopo me lo ha fatto raccontare ai suoi compagni di scuola. Sapori antichi, che non dovremmo mai dimenticare, ma che soprattutto dovremmo tramandare.

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